Coronavirus, l’ex Capo della Protezione Civile lancia l’allarme: Bertolaso: “Metà novembre potremmo essere come a marzo scorso”
Rivivere la situazione di fine marzo ma forse anche peggio perché allora l’emergenza riguardava soprattutto il Nord Italia, ora tutto il paese. Questo è lo scenario che prospetta Guido Bertolaso nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera. L’ex Capo della Protezione Civile dice che si possono ancora evitare numeri catastrofici ma solo se si ferma tutto adesso e per un mese.
Il servizio sanitario sta per cedere, dice, è con l’acqua alla gola e non vorrebbe rivedere scena con i medici stranieri, cubani, russi e albanesi, che accorrono in aiuto nei nostri ospedali prossimi al collasso con e terapie intensive intasate.
“Resettiamo l’Italia” dice, senza mezza misure. Bertolaso infatti non ritiene opportuno il mezzo lockdown che è ora in vigore. Per non rivedere quei numeri sostiene che bisogna fermare tutti per un mese adesso, per fermare l’epidemia e dare tempo al sistema per riorganizzarsi.
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Coronavirus, Bertolaso: “Saltato filtro medici di base”
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— Adnkronos (@Adnkronos) October 30, 2020
Nell’intervista Guido Bertolaso non si tira indietro nel muovere alcune critiche per quello che non è stato fatto. Pone attenzione su un tema che in questi mesi forse è stato un po’ troppo trascurato, quello della medicina di base. Dovevano essere assunti 10mila infermieri, “dove stanno, come sono stati distribuiti?” si chiede.
I pronto soccorso sono di nuovo sotto pressione (alcuni ospedali hanno annunciato di non ricevere più nessun paziente, per nessun tipo di patologie) perché quello che doveva essere il filtro principale e basilare, i medici di famiglia, è saltato, dice Bertolaso.
Così facendo oltre al problema Covid si sono aggravati altri perché tagliando le visite ambulatoriali ordinarie si rischia di diagnosticare con grande ritardo altre patologie.
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