Boss di Acerra ucciso a maggio, arrestati i due assassini e recuperate anche l’arma e la vettura dell’agguato
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Napoli e su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia hanno arrestato due persone, un giovane di 29 anni e un altro di 34, accusati di omicidio volontario, porto e detenzione illegale di arma da fuoco e ricettazione, aggravati dalla modalità mafiosa.
Per i due sono scattate le manette perché accusati di aver ucciso Pasquale Tortora, ritenuto il boss dell’omonimo clan di Acerra, in provincia di Napoli. L’omicidio era avvenuto lo scorso 20 maggio. Lunghe e articolate sono state le indagini, sfruttando i più innovativi mezzi elettronici.
Nelle indagini che hanno portato al risultato di oggi hanno partecipato anche i Ris di Roma e sono state analizzati e incrociati contatti telefonici e immagini di video sorveglianza.
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Boss di Acerra ucciso, l’arma rubata anni fa ad Acerra
Un software moderno e appositamente realizzato è stato utilizzato per le indagini. Grazie a questo è stato possibile analizzare il flusso di contatti, telefonate e video utilizzate dai carabinieri per far luca sul delitto. Tortora fu un ucciso con un’arma di grossa cilindrata, recuperata nell’operazione sotto un ponte tra Pomigliano D’Arco e Acerra. Si è scoperto che fu rubata anni fa in provincia di Salerno.
Rubata era anche la vettura che i killer aveva usato per il delitto ma fu sottratta nel Napoletano mesi prima, alla fine del 2019. Per quanto riguarda il 29enne arrestato, questi già lo scorso 21 giugno fu raggiunto da un’ordinanza di arresto perché in possesso di un’arma da fuoco rubata.
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