Caso Suarez, la Procura di Perugia sospende l’indagine sull’esame “farsa” di lingua italiana che l’attaccante aveva sostenuto per la cittadinanza italiana.
Luis Suarez e quell’esame “farsa” di lingua italiana. L’attaccante nelle scorse settimane era stato un concreto obiettivo di calciomercato Juventus, ma in quanto extracomunitario il club avrebbe avuto difficoltà a tesserarlo. L’uruguaiano, sposato con una donna di origini italiane, avrebbe potuto avviare l’iter per la cittadinanza in caso di possesso di una certificazione linguistica di livello minimo B1. L’esame è stato sostenuto all’Università per Stranieri di Perugia: in trenta minuti il calciatore ha concluso l’esame, nonostante i tempi previsti siano di due ore. Durante un’indagine sui conti dell’università, gli inquirenti hanno scovato una serie di intercettazioni in cui si affermava che Suarez avrebbe dovuto passare l’esame, pur con il minimo, nonostante non riuscisse neanche a coniugare i verbi e non parlasse affatto italiano.
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Caso Suarez, la Procura sospende l’indagine
La Juventus si è subito dissociata, nonostante ad organizzare l’esame sia stata la legale del club bianconero. La Giustizia Sportiva, oltre che quella ordinaria, ha aperto un’indagine. Intanto, però, il calciatore ha lasciato Barcellona ed ha firmato con l’Atletico Madrid.
Il Procuratore capo Raffaele Cantone ha annunciato la decisione della Procura di Perugia di sospendere a tempo indeterminato tutte le attività d’indagine relative alla vicenda dell’esame di Luis Suarez. Una decisione legata a ripetute violazioni del segreto istruttorio. Per questo motivo il magistrato ha apprestato l’apertura di un fascicolo per accertare eventuali responsabilità. In particolare, Cantone si è detto indignato per quanto successo fino ad oggi, soprattutto per l’assembramento dei mezzi d’informazione all’esterno della Procura.
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Problemi in casa Barcellona
Il clima nella società blaugrana non è più dei migliori. Oggi il capitano Leo Messi ha salutato il compagno di reparto indirizzando una dura accusa al club: “Avresti meritato di essere salutato come il calciatore che sei, uno che ha fatto la storia del Barcellona. Invece sei stato cacciato, ma non mi meraviglio più”.
Lo stesso 10 argentino avrebbe voluto lasciare la formazione catalana al termine della stagione appena conclusa, ma contrasti con il presidente Bartomeu gli hanno impedito di trovare una soluzione consensuale che evitasse di andare in tribunale. “Non porterò mai il club della mia vita in tribunale” aveva detto Messi per spiegare il suo dietrofront e la decisione di restare almeno per un altro anno.
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