Il fratello della vittima a colloquio con il Pm: “Non ho causato io l’incidente, non l’ho uccisa”.
La tragedia andata in scena a Caivano ha scosso l’intero paese. Maria Paola è stata inseguita e speronata dal fratello mentre era in scooter con il compagno trans. Il fratello oggi ha provato a giustificarsi durante l’udienza di convalida dinanzi al giudice per le indagini preliminari. Il suo avvocato, Domenico Paolella, porta avanti la tesi difensiva per cui Michele Gaglione, sorella della vittima (mentre il compagno Ciro è in ospedale in gravi condizioni) ha affermato di non aver causato l’incidente.
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Tragedia Caivano, il fratello: “L’incidente non è stato colpa mia”
“L’ho inseguita con il mio scooter, ma non l’ho uccisa. L’incidente non è stata colpa mia, io l’ho seguita soltanto per chiederle di tornare a casa. Maria Paola era pronta ad andar via, aveva preso le sue cose ed era scomparsa. La nostra famiglia era disperata”. Sono queste – riferisce l’agenzia ANSA – le parole rivolte al pubblico ministero da parte di Michele Gaglione.
Il fidanzato di lei, invece, si trova in ospedale e dal suo letto racconta delle minacce di morte ricevute già in passato. Ieri sarebbe stato il terzo anniversario della coppia, Ciro ha raccontato il loro amore su Instagram. Di seguito un breve estratto dalla lettera che ha pubblicato per la sua Maria Paola, morta nella tragedia di Caivano: “Dopo 3 anni ti stavo vivendo ma la vita mi ha tolto l’amore mio più grande la mia piccola. Non posso accettarlo perché Dio non ha chiamato me? Perché proprio te, amore mio.. non riesco più a immaginare la mia vita senza te.. Non ci riesco”.
Ciro Migliore racconta la mancanza della ragazza, del suo affetto, spiegando che lei “è stata l’unica ad amarlo veramente” nella sua vita.
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