Nel quartiere Secondigliano, a Napoli, in via Limitone Arzano sorgono le cosiddette Case Celesti.
Queste abitazioni all’apparenza tranquilla, che saltano all’occhio per l’inquietante silenzio dove non si vede passare anima viva e dove troneggia di tanto in tanto una scritta del tipo ‘Morirete’ (riferita a tossici e polizia), sono una delle principali piazze di spaccio della Campania.
Numerose barriere innalzate per proteggere l’attività degli spacciatori di droga sono state rimosse dalla Polizia. Il Commissariato di Secondigliano è intervenuto con i poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine Campania, il Reparto Mobile e l’assistenza dei Vigili del Fuoco.
Infine, una squadra di dipendenti Asìa (l’Azienda servizi di igiene ambientale della città di Napoli), ha dovuto smaltire ben 18 porte blindate, utilizzate dai criminali per occultare il proprio traffico di stupefacenti.
Conchita Sannino de La Repubblica lo scriveva già nel 2012.
Qui la camorra non guarda in faccia nessuno, si spaccia dappertutto e si occupano spazi di altri: scantinati, garage, terrazzi e scale. E’ quel tipo di zona dove i benzinai ti avvertono di togliere il casco se sei in moto, perché altrimenti rischi di andartene con i piedi davanti.
Ci sono buchi nel cemento, alla base dei palazzi negli isolati 2 e 3 delle Case Celesti. Sono buchi profondi e larghi, almeno 20 centimetri per 20, attraverso cui vengono passati a mano 300, 400 o 500 dosi di eroina, cocaina ed hashish.
Qui lavorano “quelli di sotto”, camorristi che intascano 200 euro al giorno, senza mai uscire dal proprio buco, come i sorci. Negli angoli si sedimentano i bisogni, per ore ed ore, e l’aria si permea di un tanfo pesante.
“Quelli di sopra” ricevono pasti a pranzo e cena e dispongono di un bagno ricavato abusivamente in uno spazio condominiale. La sopraffazione è lingua comune, la base di ogni rapporto, per i camorristi.
Non esiste altro, né per quelli di sotto né per quelli di sopra.