Fa notizia in questi giorni il caso della cosiddetta “Affittopoli” romana, cioè lo scandalo di appartamenti storici e di pregio della Capitale venduti a cifre irrisorie. Ma da almeno vent’anni va avanti la stessa storia anche nell’area del napoletano. Una storia la cui genesi va ricercata nella malagestione del patrimonio pubblico.
Vivere a Chiaia e Posillipo in alcuni appartamenti viene a costare sui 170 euro mensili: questo è il valore medio dell’affitto di immobili per uso abitativo nelle zone di Napoli dove sono sorgono le abitazioni di maggior pregio.
Non solo Posillipo e Chiaia, ma anche Vomero ed Arenella dove la media si aggira intorno ai 163 euro al mese, ed i negozi di proprietà del Comune sono affittati in media intorno ai 240 euro al mese.
La società di servizi comunali Napoli Servizi nel tentativo di stanare gli evasori ha fatto partire le lettere di messa in mora. Parliamo di uno scandalo dalle dimensioni così ampie da aver portato ad una morosità (cioè il non pagamento) pari ad 88 milioni di euro, molti dei quali non verranno più recuperati.
Napoli Servizi ha censito inoltre 31 contratti con partiti politici, in affitto da una ventina d’anni senza sborsare un euro per conservare la loro sede: Alleanza Nazionale, Democratici di Sinistra, Forza Italia, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi, Pd, Partito Popolare Italiano, Forza Italia, Repubblicani Democratici.
Cinque anni fa il cronista Ciro Crescentini de Le Cronache di Napoli denunciava la cosa grazie ad i suoi reportage facendo intervenire l’Assessore al Patrimonio Bernardo Tuccillo (Italia dei valori).
L’assessore della giunta De Magistris dichiarava che il Comune si sarebbe mobilitato immediatamente per la riscossione dei crediti perché, in una situazione di congiuntura di seria sofferenza finanziaria, una situazione del genere non era più tollerabile, ma oggi come quattro anni fa la situazione non pare essere cambiata.
E’ ancora fresca la cronaca di Vittorio Del Tufo de Il Mattino e delle lettere di messa in mora di Napoli Servizi. Su 31 contratti con i partiti politici presi sotto osservazione 17 beneficiano di uno sconto del 50 per cento sulle tariffe di mercato stabilite con una delibera del 1995 in quanto associazioni senza scopo di lucro con finalità pubbliche. Quindi stiamo parlando di affitti a prezzi stracciati su cui è stato applicato un ulteriore sconto. Canoni che nella maggior parte dei casi, afferma Napoli Servizi, continuano a non essere pagati.
Non solo partiti politici ed appartamenti di pregio: due anni fa, nel 2014, scoppiava il caso dell’ Affittopoli targata Asl Napoli 1. Stiamo parlando della più grande azienda ospedaliera d’Europa. La Procura della Corte dei Conti finisce col sorvegliare quattro proprietà dell’Asl perché tra canoni non riscossi non riscossi e fitti al ribasso il danno calcolato è pari a 1 milione e 200 mila euro.
Da lì a poco scattano sequestri ai danni della Romeo Gestioni, la società che dal 2004 al 2013 ha gestito gli immobili dell’Asl, e del responsabile dell’ufficio patrimonio dell’Asl Lorenzo Catapano.
Il danno, come si legge negli atti, si concretizza soprattutto nella definizione di canoni al di sotto di valori di mercato. Colpa di “condotte negligenti di Romeo e dirigenti Asl”.