Sembra non avere fine la battaglia di Napoli contro la camorra, le operazioni di Polizia del recente passato e l’intensificazione della sicurezza nelle zone nevralgiche della città sembravano aver attenuato il fenomeno. Ma in queste settimane i fatti di cronaca fanno tornare alla ribalta le criticità di Napoli, colpendo la città e la sua immagine in uno dei suoi momenti migliori.
A Bagnoli nella notte tra il 30 e 31 Gennaio, un appartamento in via Amerigo Crispo era stato colpito da raffiche di kalashnikov e, nuovamente, la scorsa notte lo stesso appartamento è stato colpito dall’esplosione di due Molotov.
Analogamente a Materdei è stata colpita da sette proiettili la saracinesca di una sala giochi, mentre un’automobile parcheggiata a due passi dal locale è stata colpita da tre pallottole che ne hanno frantumato il vetro destro anteriore.
Inoltre sabato notte è stato ucciso Mario Volpicelli, 53 anni, in via Curzio Malaparte a Ponticelli, mentre rientrava a casa dopo aver fatto la spesa. Un agguato vero e proprio che fa presagire a nuove faide.
Napoli non può vincere senza il supporto dei napoletani e non si scrollerà mai di dosso l’immagine di città “pericolosa” e “camorrista”, se i cittadini non cominciano a remare tutti nella stessa direzione. Viviamo in una Napoli che viaggia a due velocità: la Napoli dell’arte, della musica, del “Bike sharing”, di Piazza Plebiscito piena di colori, baluardo di uguaglianza; e poi c’è una Napoli che spaccia, uccide ed estorce. Abbiamo appena vissuto un periodo in cui la Napoli “bene” l’ha fatta da padrone, facendoci quasi dimenticare fatti di cronaca di stampo camorristico.
L’auspicio è che questi episodi terminino rapidamente e facciano finalmente capire a chi governa che c’è bisogno di un lavoro intelligente e di prospettiva, è assolutamente necessaria l’implementazione di centri di aggregazione ed educazione giovanile, affinché vengano strappati dalle mani della Camorra i ragazzi in difficoltà che vedono nella malavita l’unico modo per emanciparsi.