«Giuliani era una feccia di teppista di strada» è questa la frase incriminata comparsa sul social network di Luigi Bobbio, magistrato stabiese, il 28 Luglio del 2014 dalla quale è conseguita la querela dei genitori del giovane Carlo, ucciso tra le strade di Genova il 20 Luglio del 2001 in occasione delle agitazioni in opposizione alle politiche messe in atto dal G8.
La denuncia ha portato, al termine del processo, alla pronuncia di una sentenza che riconosce Luigi Bobbio colpevole di diffamazione aggravata e lo condanna ad 8 mesi di reclusione con sospensione della pena. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Procolo Ascolese, del Tribunale di Torre Annunziata che ha inoltre riconosciuto una provvisionale di 5000 euro per ciascun genitore di Carlo Giuliani e quindi si dovrà stabilire in una nuova udienza l’ammontare del risarcimento danni totale.
Non è la prima volta che la famiglia del giovane deve affrontare un processo simile, infatti Alessandro Sallusti, il direttore de “Il Giornale” fu querelato per aver detto che le forze dell’ordine “avevano fatto bene” ad uccidere il 23enne. Il giornalista, a seguito di un accordo, decise di risarcire con 35000 euro la famiglia Giuliani che ha prontamente rimesso la querela.
La famiglia donò il risarcimento ottenuto ad Emergency contribuendo all’apertura di un poliambulatorio a Ponticelli, quartiere periferico di Napoli. Il loro intento era di trasformare un’offesa immotivata in qualcosa di utile per la collettività, cercando di onorare al meglio la memoria più volte offesa del figlio scomparso.