Veementi polemiche e proteste al Vomero per le operazioni che, eufemisticamente sul cartello di cantiere, vengono definite di “riqualificazione del patrimonio arboreo” ma che, effettuate da un’impresa di costruzioni edili, si stanno risolvendo in effetti in una vera e propria capitozzatura di tutti gli antichi platani presenti nell’isola pedonale di via Scarlatti, col rischio che potrebbe essere compromessa anche la vitalità stessa delle piante interessate.
“ Al punto – ironizza amaramente Gennaro Capodanno – che alcuni hanno cominciato a dare dei veri e propri nomi alle forme assunte dalle alberature stradali dopo l’intervento radicale, così c’è l’albero forcella, l’albero appendiabito, l’albero palo elettrico e così via. Di fatto l’aspetto estetico dell’importante arteria vomerese, a poche settimane del periodo natalizio, appare totalmente modificato e non certo in positivo “.
“ Il tutto – ricorda Capodanno – è avvenuto all’indomani della caduta di un ramo da un platano con il ferimento di due passanti. Nei giorni successivi sono iniziate le operazioni di potatura, con la creazione di un vero e proprio cantiere, con tutto ciò che ovviamente ne consegue, e con interventi effettuati con una piattaforma aerea. Peraltro al momento non risultano noti i recenti provvedimenti amministrativi con i quali sono stati disposti gli interventi in atto né si sa chi ha deciso le attività da espletarsi per ciascuna pianta, una delle quali è stata addirittura tagliata. Il risultato al momento è quello che tutti possono osservare “.
“ In verità – continua Capodanno – , come è stato rimarcato anche in altre analoghe occasioni, le piante non andrebbero potate in modo drastico e indiscriminato, lasciando così la forma di un albero per assumere quella di scheletri inquietanti che, anziché abbellire la città, la rendono ancor più triste e lontana dalla natura “.
“ A mio avviso – puntualizza Capodanno – queste operazioni, oltre essere effettuate con le normali cadenze previste dalle vigenti disposizioni, dovrebbero essere condotte con tecniche più moderne che consentano una potatura di qualità, come il tree climbing, tecnica che consiste nell’arrampicarsi sulla pianta grazie a corde per poter “lavorare” e potare da una zona privilegiata, cioè dall’interno della chioma, e non dall’esterno come accade invece per potature effettuate con piattaforme aeree, come quelle che vengono abitualmente utilizzate “.
“ Con la tecnica indicata – prosegue Capodanno – la rimonda del secco e i tagli di selezione possono essere fatti con estrema precisione ed in modo razionale, laddove con le piattaforme aeree si rende necessario effettuare tagli che possono risultare inutili, se non addirittura dannosi, per aprirsi la strada all’interno della chioma. Senza considerare il fatto che un tree climber possiede sicuramente un bagaglio tecnico più elevato di quello di un operaio di un’impresa edile “.
“ Tra gli altri vantaggi del tree climbing – afferma Capodanno – vanno sottolineati: il minor ingombro di mezzi meccanici, che produce ovviamente ripercussioni positive anche sul traffico veicolare, il poter operare con più tree climber contemporaneamente su una singola pianta o su piante adiacenti senza che interferiscano, come potrebbe invece accadere con più di una piattaforma aerea, il poter raggiungere la parte più alta della chioma, qualunque sia l’altezza della pianta, vantaggio notevole nei casi nei quali i tagli da effettuare, quando si opera con piattaforme aeree, potrebbero essere determinati dall’altezza che può raggiungere il braccio meccanico e non dalle reali esigenze di potatura della pianta “.
Capodanno al riguardo auspica un intervento immediato delle autorità competenti, al fine di contemperare le esigenze prioritarie, legate alla sicurezza, con quelle di salvaguardare le alberature stradali, nel rispetto di tutte normative al riguardo vigenti, avvalendosi di tecnologie all’avanguardia.
di Gennaro Capodanno