Parole, tante, molte pesanti, altre totalmente inutili. Tantissimi addetti ai lavori, tutti pronti a dire la propria opinione, ognuno con il consiglio giusto da dare. Lo scorso 11 Marzo sulle pagine di un noto giornale si è gridato allo scandalo per quei lavori realizzati “low cost” e che hanno avuto come risultato la trasformazione della domus del Criptoportico nella ormai famigerata pizzeria pompeiana. Nell’articolo poi, le parole di Dezzi Bardeschi che si dice impressionato per come sia stata compromessa irrimediabilmente la domus stessa. A questo articolo nel quale la casa romana è stata paragonata ad una villetta abusiva realizzata da un “geometra della terra dei fuochi“, ne hanno fatto seguito altri, nei quali a finire sotto accusa è stato sempre il risultato finale dell’opera.
Critica al buio. Ad una attenta lettura di questa montagna di parole scritte in questo ultimo mese, salta agli occhi un dato eclatante e che fa sorridere: tutti i critici, a cominciare dal Dezzi Bardeschi, non hanno mai visto la domus se non attraverso pochissime fotografie diffuse sia dalla Soprintendenza di Pompei che dal MIBACT. Mai nessuno che sia realmente entrato nella casa, che ne abbia visto da vicino i lavori e che quindi possa essere in grado di esprimere un giudizio che sia attendibile e che si basi sulla visone diretta dell’opera. La cosa che fa più sorridere è che in questo mese si è criticata una ricostruzione della domus che di fatto non c’è mai stata, perché quasi tutti gli elevati distrutti da una bomba americana nel 1943 sono stati ricostruiti nel 1967 durante un restauro seguito dal De Franciscis.
Le parole di Osanna. Per chiudere definitivamente la questione è intervenuta direttamente la Soprintendenza di Pompei a difesa delle professionalità che con anni di studio, impegno e dedizione, hanno immaginato, pensato e realizzato un progetto pronto dal 2007 e che non può essere definito un vero restauro, perché ha riguardato lavori di consolidamento, copertura e realizzazione di un percorso di visita. “Non si è dato luogo a nessuna ricostruzione ne’ si è riprodotta l’architettura perduta, (come dimostrano le foto d’archivio in allegato), ci si è limitati a riproporre nuove protezioni funzionali alla conservazione e alla futura fruizione del bene. Le integrazioni murarie, necessarie alla realizzazione dell’intervento attuale, sono state inoltre rese chiaramente riconoscibili e distinguibili dalle parti originali o di restauro precedente, nel pieno rispetto delle strutture preesistenti“.
Nel comunicato diffuso stamattina si legge tra l’altro come i lavori siano stati consegnati nei tempi previsti e che nonostante il ribasso, abbiano rispettato gli standard qualitativi: “I lavori sono stati realizzati nel pieno rispetto degli standard di qualità utilizzando i materiali progettuali previsti dalla gara, nonostante il ribasso del prezzo su base d’asta previsto dalla legge. L’approccio progettuale ha tenuto conto delle esigenze prioritarie, tra cui quella relativa alla protezione degli ambienti, altrimenti esposti alle intemperie. Le coperture “protettive” e reversibili hanno dunque sostituito quelle precedenti, ormai deperite. E’ stata inoltre garantita la messa in sicurezza degli apparati decorativi in situ.“. A mettere fine alla vicenda arrivano poi le parole di Massimo Osanna, Soprintendente di Pompei: “Ritengo del tutto strumentale e tendenzioso giudicare un intervento di restauro sulla base di alcune immagini messe in circolazione e soprattutto senza aver visitato direttamente il cantiere concluso“.
Parole importanti quelle di Osanna che scende in campo in prima persona a difendere il progetto, sul quale però c’è ancora un’inchiesta della magistratura (non c’è ancora nessun reato formulato) per l’eccessivo ribasso offerto per ottenere il lavoro. Ed è proprio sull’idea del ribasso in questo tipo lavori che bisogna insistere, affinché questa prassi venga cancellata per sempre perché espressione di una logica che mortifica la cultura ed i professionisti che in essa lavorano.
Franceschini domani a Pompei. Nel frattempo riaprono alcune case in vista delle vacanze pasquali alla presenza del ministro Dario Franceschini, che domani sarà a Pompei per presenziare all’apertura al pubblico delle domus di Marco Lucrezio Frontone, Romolo e Remo e di Trittolemo.
Adesso non resta che aspettare che si completino anche i restauri (quelli veri) degli apparati decorativi della casa del Criptoportco e che si concludano i collaudi previsti dalla legge e poi finalmente tutti potranno vedere prima di giudicare.
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