Pompei punto e a capo. Mentre da un lato si cerca di portare avanti il Grande Progetto Pompei, il sito archeologico continua a soffrire e subire danni irreparabili. Stavolta non ci sono crolli da segnalare, bensì la misteriosa sparizione di un frammento di decorazione parietale da un ambiente di una domus.
A renderlo noto è la stessa Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia. La segnalazione è dell’11 Marzo ad opera di un custode che effettuava un giro di controllo nella Regio VI dove è presente la cd. Casa di Nettuno, domus numero 3, insula 5, sulla via Consolare, sita in una zona chiusa al pubblico da tempo. Quello che è stato portato via è una porzione di un quadretto che decorava un cubicolo della domus, nel quale era raffigurata Artemide, dea della caccia, insieme a suo fratello Apollo.
Il mistero si infittisce perché il furto, il cui periodo non è precisabile, sembra esser stato fatto da mani esperte dotate di strumenti metallici adatti a scalpellare via il frammento pittorico. Subito sono scattati i controlli da parte della direttrice del sito Grete Stefani che si è recata sul posto insieme ai Carabinieri che hanno preferito non divulgare subito la notizia ed avviare le indagini, alle quali si è affiancata anche un’indagine interna avviata dal MiBACT che vuole capire come sia possibile al giorno d’oggi agire indisturbati e smontare un affresco da una parete.
La carenza di personale di controllo, nonostante le nuove assunzioni degli ultimi anni di professionisti archeologi ed architetti, resta una delle note dolenti con la quale il nuovo Soprintendente Massima Osanna dovrà inevitabilmente fare i conti.