Tre punti, missione compita. La cosa fondamentale era non perdere lo slancio per rincorrere la Roma, vittoriosa contro l’Udinese. Il Napoli fa il suo compitino e conquista una delle vittorie più sofferte della gestione Benitez. Sono lontanissimi i tempi in cui tra possesso palla e triangolazioni da Champions, gli azzurri tramortivano gli avversari a suon di gol. L’euforia d’inizio stagione ha lasciato lentamente il posto alla dura realtà del campionato italiano nel quale nessuno ti regala niente (o quasi). Ed allora ti ritrovi a giocare una partita sulla carta abbordabile, ma con la spada di Damocle del passaggio del turno di Europa League, previsto per giovedì prossimo al San Paolo, che ti frena le gambe e non ti lascia libero mentalmente.
Voce del verbo soffrire. A Castel Volturno Rafa Benitez continua ad apprendere l’italiano ed adesso è arrivato il momento in cui sta iniziando a comprendere perfettamente cosa vuol dire vedere il suo Napoli subire in campo le scorribande avversarie che ieri sera sono arrivate fin dentro l’area di rigore e che solo grazie alla mano della buona sorte non si sono concretizzate in gol. I due pali del Torino e soprattutto il gol divorato da Immobile sono un chiaro esempio su come, nonostante la crescita di Fernandez e la sicurezza data da Albiol, ci sia ancora molto da lavorare per aggiustare le sbavature del reparto difensivo sul quale per la prossima stagione si dovrà per forza intervenire.
L’importanza di Higuain. Quando la luce della stella e capitano azzurro Marek Hamsik non brilla a sufficienza (nonostante il lancio che ha consentito ad Higuain di andare a rete) ci pensa lui da solo a fare reparto a se. Anche ieri sera Gonzalo Higuain ha tolto i suoi dagli impicci sbloccando quasi allo scadere una partita che stava lentamente avviandosi verso il pareggio e che sarebbe costata al Napoli molto più di quanto si può immaginare, perché in questa delicata fase della stagione non è pensabile aumentare il divario dalla Roma. Spesso le partite anche quando non vanno come vorresti, possono essere decise dalla caparbietà e dalla tecnica di un singolo. Episodio dubbio (poco) a parte, Gonzalo è sembrato l’unico ieri sera seriamente motivato e desideroso di vittoria. L’unico forse che ha continuato a crederci fino alla fine. Higuain in campo lo vedi, lo senti quando incita i compagni, quando chiede loro supporto nel pressing o soprattutto quando li invita ad andare a rete fornendo assist di gran livello, come in occasione del tocco che ha liberato Mertens verso la porta avversaria e sul quale i difensori del Torino sono stati costretti a commettere fallo a pochi centimetri dall’area di rigore.
Aspettando Marek. Tante, troppe le voci in giro sul suo conto. Chi parla di un suo probabile addio a fine stagione, chi invece tira in ballo problemi familiari. Fantasie che corrono libere, ma che appunto restano solo fantasie. Che Marek non sia più quello di inizio stagione è davanti gli occhi di tutti. Lui che non ha mai subito infortuni seri in carriera e si è sempre allenato con continuità e dedizione anche quando i campionati erano finiti, sta pagando lo scotto di uno stop forzato e prolungato. L’infortunio è acqua passata, ma la sua condizione fisica è ben lontana da quella dell’inizio. Da qui alla fine del campionato restano 10 partite, poi c’è la finale di Tim Cup ed ancora l’Europa League, nella quale si spera che il Napoli possa andare avanti. Benitez sa che la forma fisica si ritrova solo giocando e quindi a lui va il plauso perché continua ad insistere nel dargli fiducia. Aspettando Marek nel frattempo il Napoli soffre ma non cade, lotta e conquista partite che in altre occasioni sarebbero finite nel peggiore dei modi. Questa la svolta di Bneitez, questa la mentalità per arrivare lontano.
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