Il Kickplate Project nasce come una mostra fotografica all’interno di un vecchio barbershop dismesso in Galles. Dopo il successo dell’evento “Visitors”, Zosia Krasnowolska, Polonia, e Dafydd Williams, Galles, hanno deciso di portare il progetto in giro per le città d’Europa, rendendolo un catalizzatore di fotografia evocativa e di alta qualità, non necessariamente prodotta da fotografi professionisti. Il Kickplate project è arrivato da ieri a Napoli, in Via dei Tribunali 340, dove si tratterà sino al 20 Marzo, con la mostra “dall’Estero”, che raccoglie gli scatti di numerosi fotografi provenienti da Russia, Polonia e Ucraina. In un periodo così tumultuoso per l’est europeo la mostra assume una valenza particolare e finisce con il raccontare le fratture e le catene che tengono insieme il puzzle multietnico est-europeo. Abbiamo intervistato i due organizzatori, Dafydd e Zosia.
Cos’è il Kickplate Project e qual’è lo scopo di questa mostra?
Zosia: IL Kickplate Project è un’iniziativa iniziata un anno fa, anche per gioco. Il nostro primo obiettivo è di portare un’audience più grande nei confronti dell’arte e delle mostre: per questo iniziammo in un ex barbershop in una piccola città scozzese. Gran parte degli artisti che mostriamo non sono professionisti e non hanno studiato fotografia. Non facciamo distinzione tra professionisti e non professionisti ma guardiamo solo la qualità dell’arte.
Questa mostra mostra foto provenienti solo dall’Est Europa. Vuole mostrare la diversità culturale in questa complessa area geopolitica?
Zosia: Non credo bisogni focalizzarsi sulla diversità culturale nell’Est Europa, quanto piuttosto mostrare l’arte dell’Est Europa. Vengo dalla Polonia e vivo nell’Ovest Europa e non credo che ci siano vere divergenze culturali in questa regione. Abbiamo selezionato le foto sulla base di due criteri: il nostro giudizio sulle foto e lo spazio limitato di cui disponevamo.
Perché avete scelto Napoli per mostrare il vostro lavoro?
Dafydd: Abbiamo vissuto precedentemente a Napoli ed ha moltissima arte e cultura e purtroppo ci sono molti stereotipi, come in tutte le culture. C’è qualcosa di fuori dall’ordinario qui, è una città molto artistica, ci sono molti spazi autogestiti, i ragazzi sono molto attivi socialmente. Napoli è un ottimo posto per iniziare.
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