Pensi a Cuba e subito vengono alla mente i colori, le luci e le sonorità che da sempre caratterizzano l’isola caraibica nell’immaginario collettivo. Eppure esiste un’altra Cuba, anzi ne esistono svariate, tutte diverse, tutte belle e frutto di visoni personali che trascendono dagli stereotipi ai quali siamo abituati a fare riferimento. A Cuba e l’Havana, oltre la musica, il rum e le spiagge dorate c’è un mondo fatto di architetture, scorci e geometrie, presenti da tempo come testimonianza della costante ricerca dell’uomo verso la conquista di nuovi spazi dell’essere e dell’abitare. Un macrocosmo quasi del tutto ignorato dai milioni di turisti che ogni anno si avvicendano lungo il Malecon e che quasi mai alzano gli occhi verso il cielo ad osservare le forme assunte dal cemento, all’interno delle quali migliaia di persone hanno trovato dimora.
Ana Gloria Salvia, cubana divisa tra la terra natale e Parigi, con la sua macchina fotografica e soprattutto con la sua spiccata predisposizione ad una ricerca per nulla banale, è riuscita ad esportare l’Havana come non l’avremmo mai immaginata. Nei suoi scatti tutti realizzati in bianco e nero, assistiamo al boom edilizio della capitale cubana del XX secolo, periodo nel quale il cemento armato e le grandi costruzioni, iniziano ad entrare in contrapposizione con le abitazioni in stile coloniale tipiche di Cuba. 42 splendidi scatti nei quali la fotografa alterna ampie vedute quasi monumentali, a dettagli architettonici scovati dal suo occhio attento, fissandoli per sempre attraverso il mezzo fotografico. All’impressionante texture architettonica del Focsa, il primo edificio fotografato da Ana Gloria che attira subito su di se lo sguardo dell’osservatore che si accinge ad intraprendere il percorso fotografico curato da Maria Savarese, fa seguito una serie di scatti nei quali l’osservazione dei particolari decorativi del Parking Garage , si alterna all’enfatizzazione della sinuosità delle forme del Solimar, così come allo sviluppo della verticalità del Vazarta, rispondono le visioni prospettiche dell’Habana Riviera 1 e 2.
L’esposizione fotografica, aperta da oggi al pubblico fino all’8 Aprile, si propone come una full immersion nell’architettura moderna dell’Havana che appare tanto delicata e soave come negli scorci del Parque Central, quanto violentemente monumentale nel gioco di sovrapposizioni del Conjunto Habana, del Seguro Medico e dell’Habana Hilton, enormi costruzioni che sembrano quasi coprirsi l’un l’altra in una frenetica corsa verso l’alto. Singole immagini o composisizioni composite, come nel caso del gioco dei pieni e dei vuoti realizzato nel Tragaluz composto da sei riquadri, nei quali l’uomo non compare mai eccezion fatta in un singolo caso, il Nautico, nel quale compare come piccolissimo elemento d’intrusione che attira su du se lo sguardo, quasi a contrapporsi alla grandiosità della costruzione.
I complimenti sono tutti per questa brava fotografa che da una singola foto, quella del Focsa, è riuscita a creare uno studio attraverso le immagini dell’archittettura moderna cubana, senza cadere nelle sterile ripetitività, anzi al contrario mettendoci molta creatività nelle ricerca di visioni che sono il frutto di un lavoro attento e ben strutturato. Un’occasione da non perdere, bella e soprattutto gratuita, ospitata nella bella cornice del PAN. Plauso alla D.A.F.NA Home Gallery che ha coordinato il tutto permettendo la realizzazione di questa esposizione.