L’ultimo film prodotto si intitola ‘Sono un pirata, sono un signore’: uno slogan di cui Eduardo Tartaglia, produttore cinematografico e broker, omonimo del piu’ popolare attore-regista partenopeo che e’ estraneo alla vicenda, ha fatto la propria difesa davanti ai pm ammettendo solo in parte le proprie responsabilita’. A lui e ad altre due persone, un consulente finanziario e un bancario, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alle truffe, e’ stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Dda. Per l’accusa i tre con una serie di raggiri avrebbero indotto diversi investitori a consegnare ingenti somme di denaro per poi appropriarsi delle stesse.
Tra i clienti professionisti e imprenditori della ‘Napoli bene’ soprattutto, ma nell’ordinanza del gip compare anche un campione come l’azzurro Gigi Buffon, cui Tartaglia racconta di aver proposto un affare, poi saltato, per l’acquisizione di una societa’ in Australia. Era proprio Tartaglia – secondo gli inquirenti – in qualita’ di promotore finanziario ad acquisire i capitali dei risparmiatori, reclutati nel suo giro di conoscenze, molte nel mondo dello spettacolo, proponendo sicuri e vantaggiosi rendimenti in Svizzera. Soldi che poi avrebbe utilizzato per tenere alto il suo tenore di vita da 20-30 mila euro al mese o per finanziare le proprie attivita’.
La truffa ammonta a svariati milioni di euro. Con Tartaglia sono finiti in manette il suo socio Rocco Zullino, operatore bancario e direttore della Rz di Lugano, e il consulente finanziario Klaus Georg Behrend, sottoposto alla misura dei domiciliari e cugino della moglie, ritenuto autore di false rendicontazioni contabili allo scopo di rendere credibili investimenti mai effettuati alla Rz di Lugano dal 1995 al 2013.
A Tartaglia e Zullino le misure cautelari sono state notificategg in carcere: i due sono accusati anche nel procedimento aperto per la vicenda della gestione dei fondi del Viminale trasferiti in Svizzera, in cui e’ implicato anche l’ex vicecapo dell’Aisi, il prefetto Franco La Motta. Tartaglia, inoltre, era in carcere dal maggio scorso perche’ coinvolto nell’inchiesta sul riciclaggio dei proventi (4 milioni inviati in Svizzera) ricavati dal clan camorristico dei Polverino nell’acquisizione del terreno sul quale e’ stato realizzato il complesso Ipercoop a Quarto (Napoli).