Campania terra di storia, fatta soprattutto di evidenze monumentali grandi e piccole, che testimoniano come la nostra regione sia da sempre una di quelle a maggior tasso di presenze archeologiche della nazione. Spesso sconosciute ai più, altre volte completamente dimenticate. Un patrimonio sconfinato, vero e proprio giacimento culturale, spesso complicato da gestire e molte volte ancor più difficile da tutelare. Da oggi comincia il lungo viaggio di Vesuvius attraverso i beni culturali campani, cercando di mettere in evidenza pregi e difetti nella gestione di un patrimonio che troppo spesso sembra essere un fardello troppo pesante da portare, ma che in realtà è la vera risorsa da sfruttare e che potrebbe mettere in moto un meccanismo economico virtuoso nel quale impiegare migliaia di professionisti che operano nei beni culturali.
La protesta nasce dal web. Dal 5 Gennaio scorso, è presente in internet una petizione pubblica per salvare il sito irpino di Aequum Tuticum, promossa dal Living Lab Irpino, curato dall’Arch. Amalia Cancelliere, che si pone come obiettivo azioni di difesa e promozione del territorio a 360°, cercando di sviluppare la capacità di attrarre investimenti sul territorio. Seguendo questa filosofia il Living Lab si è fatto promotore di questa petizione allo scopo di accendere i riflettori sulle condizioni in cui versa il sito archeologico, fortemente danneggiato dalle violente nevicate che colpirono l’Irpinia due anni fa, provocando il crollo di alcune coperture provvisorie messe negli anni ’90 a protezione dello scavo.
Il sito. Aequum Tuticum è un vicus romano, identificato con i resti messi in luce presso Ariano Irpino. Noto anche nelle fonti antiche della prima metà del I secolo a. C., come passaggio obbligato per tutti quelli che da Roma volevano arrivare in Puglia (Cicerone, Epistulae ad Atticum, VI, 1, 1). Nodo stradale importante attraverso il quale passavano la via Traiana, la via Herculea e la via Aurelia Aeclanensis, quest’ultima realizzata per raccordare la Traiana con la via Appia. Il sito è anche segnalato in alcuni stradari antichi come la Tabula Peutingeriana e l’Itinerario Antonino. I resti portati alla luce dagli archeologi in passato sono relativi ad un impianto termale datato al I secolo d. C., ad ambienti commerciali del II secolo d. C., a due necropoli, nonché ad un tratto della via Traiana. Nel V secolo della nostra era poi, sugli ambienti più antichi venne costruita una villa arricchita da una grande mosaico policromo. Infine il sito venne abbandonato nel VI secolo e rioccupato in età medioevale dall’insediamento urbano di Sant’Eleuterio.
La Soprintendenza risponde. Noi di Vesuvius per capirci di più abbiamo contattato direttamente la funzionaria della Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino e Benevento, sotto la cui giurisdizione ricade il sito di Aequum Tuticum, la Dott.ssa Ida Gennarelli, già di per se alle prese con il controllo di un territorio sconfinato, che arriva al confine con la Puglia (il solo comune di Ariano Irpino, con una superficie di 185.52 km quadrati, è il più esteso della Campania), che è stata ben lieta di fornirci tutte le spiegazioni del caso. “Tutto risale a due anni fa, quando una violenta nevicata fece crollare una delle tettoie provvisorie che furono messe dallo scavo effettuato negli anni ’90. Il crollo della tettoia è localizzato alla sola zona dell’abitato, mentre l’altra zona, quella delle terme, è intatta“. Dalle sue parole si evince chiaramente che la situazione era già nota agli uffici competenti: “Lo scorso 27 Dicembre sono state incontrate le associazioni che conoscono bene la situazione” ha aggiunto la Gennarelli che ha proseguito dicendo “l’ufficio subito dopo il crollo, si è mosso con perizie e verifiche e le spese sono state messe in calendario, ma al momento purtroppo non ci sono nemmeno i fondi per rimuovere le tettoie crollate“.
Il rilancio. Sempre la Gennarelli ha poi aggiunto che esiste già un progetto per il rilancio del sito: “Ad Ottobre è stato presentato un progetto di rilancio del sito di Aequum Tuticum che rientra nel POR CAMPANIA FESR 2007-2013, OBIETTIVO OPERATIVO – PROGRAMMA SETTEMBRE 2013 – GENNAIO 2015 – SESSIONE giugno 2014 – gennaio 2015. Titolo del progetto: Sulle Tracce della via Traiana – Aequum Tuticum“. In questo progetto, che ha come capofila il comune di Casalbore e che vede coinvolti altri comuni dell’avellinese e del beneventano (nonché la Soprintendenza di Salerno, Avellino e Benevento) si legge come sia stata già preventivata anche la sostituzione delle vecchie coperture.
La speranza è che il progetto finanziato dalla Comunità Europea, venga reso operativo in tempi brevi in modo da restituire il sito alla fruizione dell’intera collettività. Resta però il rammarico per l’impotenza del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, per anni falciato da tagli sistematici ai propri fondi e nel quale i funzionari che vanno in pensione non vengono sostituiti, costringendo quelli che restano ad accorpare territori sempre più vasti.