Possibile pericolo per la collettività: questa la motivazione alla base dell’operazione effettuata questa mattina dalle forze dell’ordine che hanno apposto i sigilli al cantiere di un parcheggio in costruzione a via Aniello Falcone, a Napoli. Polizia municipale e carabinieri hanno dato esecuzione al decreto emesso dal gip di Napoli su richiesta della sezione reati ambientali della Procura di Napoli.
Il sequestro preventivo è scattato per il cantiere dove si lavora alla creazione di un parcheggio interrato di quattro piani con 122 posti auto, realizzato nel sottosuolo di alcuni campi da tennis: l’area nella quale ricade il parcheggio è sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.
In base a quanto si legge nel provvedimento di sequestro, il completamento dei lavori nel parcheggio di via Aniello Falcone, strada di collegamento tra il Vomero e via Tasso, avrebbe “potuto comportare seri rischi per la sicurezza collettiva”: gli inquirenti ritengono, infatti, che con l’avanzamento dell’opera si sarebbero potuto avere conseguenze “per la stabilità del pendio su cui andava ad insistere il parcheggio e consequenzialmente anche per l’edificato limitrofo”.
Le indagini, portate avanti dai magistrati napoletani che si occupano dei reati ambientali, hanno evidenziato come la costruzione del parcheggio di via Aniello Falcone avesse ricevuto un permesso dal comune di Napoli che gli inquirenti ritengono però illegittimo: l’autorizzazione è stata rilasciata, infatti, alla società proprietaria del terreno sul quale si sta costruendo la struttura, amministrata da Carlo Simeoli. Gli inquirenti ritengono l’uomo un prestanome di Angelo Simeoli, a sua volta braccio economico dei Nuvoletta e Polverino, due clan camorristici molto attivi nella provincia di Napoli.
Il cantiere era già stato sottoposto a sequestro lo scorso anno, in seguito a un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza che aveva portato a mettere i sigilli a beni dal valore di 800 milioni di euro tutti riconducibili a Angelo Simeoli.