Lacrime e disperazione: è il giorno del dolore a Pozzuoli, il giorno dei funerali delle 38 vittime del tragico incidente stradale avvenuto domenica sera in Irpinia. Una giornata di lutto nazionale per onorare le 38 persone che hanno perso la vita volando giù insieme all’autobus da un viadotto dell’A16.
Al Palazzetto dello Sport di Monteruscello non ci sono solo le autorità, con il premier Enrico Letta in testa: in migliaia sono giunti per salutare per l’ultima volta le vittime di un incidente che ancora non ha una spiegazione. Una folla che si è stretta intorno ai parenti delle vittime nel giorno del dolore, la stessa moltitudine di persone che il Vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarello, vorrebbe non lasciasse soli chi ha visto spegnersi la vita di un suo familiare: “Istituzioni civili e religiose non lasciamo soli questi nostri fratelli – l’appello del prelato durante l’omelia -, soprattutto quelli che si sono trovati senza più sostegni anche economici“.
La mente vola subito ai cinque piccoli ricoverati all’ospedale Santobono, soli, senza nessun genitore a tenergli la mano: sono medici e infermieri a stargli vicino, mentre Francesca, 3 anni, e Cristoforo, 2, impiegano tutte le loro forza nella lotta per la vita. Loro due, insieme agli altri tre bambini ricoverati al nosocomio napoletano, avrebbero dovuto essere le prime vittime del tragico incidente considerata la fragilità dei loro corpi, invece sono ancora vivi: sono stati salvati da un abbraccio, si sussurra nei corridoi dell’ospedale, qualcuno che li ha stretti forte alla vita.
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Per loro oggi è ancora il giorno della speranza, a Pozzuoli invece c’è spazio soltanto per le lacrime e il dolore.