Dopo la brutta figura per l’annullamento dello show di Alessandro Siani agli Scavi di Pompei, in programma ieri sera, oggi è il giorno delle polemiche: come spesso accade in questi casi c’è il classico rimpallo delle responsabilità con la Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, il sindaco D’Alessio e l’organizzazione che si accusano a vicenda di quanto accaduto venerdì 26 luglio.
Respinge le accuse la Soprintendenza con un comunicato in cui afferma che non ha gestito l’organizzazione ma “ha unicamente autorizzato lo svolgimento dell’evento e regolarmente concesso l’uso a tale scopo, previo pagamento del canone previsto per legge, di un’area degli scavi, definendo fin dall’inizio il numero massimo di spettatori. Dispiace riscontrare come comportamenti poco civili siano riusciti a trasformare un’occasione di divertimento in un problema di ordine pubblico”.
Il riferimento è al numero elevato di biglietti omaggio che hanno di fatto costretto Alessandro Siani a non andare in scena nonostante i tentativi di sistemare in qualche modo la situazione. Qualcuno ha parlato di un eccessivo numero di tagliandi riservati ai politici ma il sindaco D’Alessio non ci sta e tira in ballo l’organizzazione: “Non è vero, come sostengono gli organizzatori, che chi ha pagato il biglietto è rimasto in piedi per i biglietti omaggio dati alle autorità“, le parole del primo cittadino che ha dato mandato agli avvocati di approfondire la vicenda e procedere con un’azione legale contro “un’organizzazione che si è rivelata incapace”.
In questo ping-pong di accuse e contro-accuse ci sono anche gli organizzatori, la ‘Go2’, che dopo aver assicurato sul rimborso dei biglietti dello spettacolo di Siani ha replicato alle polemiche parlando di un dietrofront da parte della Soprintendenza con l’improvvisa diminuzione del numero di spettatori consentiti. Un balletto di responsabilità che infanga ancora una volta l’area degli Scavi di Pompei e che non fa piacere agli spettatori che avevano pagato per assistere a tutt’altro genere di spettacolo.
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