E’ stato annullato lo spettacolo che il comico napoletano Alessandro Siani avrebbe dovuto tenere poche ore fa all’interno dell’area archeologica di Pompei, evento tra i più attesi dell’estate campana, che avrebbe potuto rappresentare una nuova occasione di rilancio per il sito da tempo al centro di numerose polemiche, travolto in pieno dalla crisi che sta investendo i beni culturali della nostra Regione.
Grande l’attesa per una serata che aveva registrato il tutto esaurito, con prenotazioni provenienti da tutta Italia, nonostante il prezzo del biglietto non fosse poi tanto economico: ben 71.50 euro per il primo settore numerato e 55 per il secondo settore. Siani, però, aveva già annunciato di voler rinunciare all’interno compenso della serata, per contribuire in prima persona a risollevare la situazione critica in cui versano attualmente gli scavi.
Lo spettacolo doveva iniziare alle ore 21.30 di ieri, ma a causa della mancanza di un’adeguata organizzazione e del numero elevato di presenze non previste lo show è saltato, provocando l’indignazione di tutti coloro che avevano da tempo acquistato il biglietto per assistere alla performance. Il problema si è presentato quando molti dei posti assegnati sono stati impropriamente occupati da persone entrate su invito e prive di biglietto, lasciando così in piedi centinaia di persone che hanno inutilmente reclamato il loro posto.
La situazione è degenerata, tra liti, risse e proteste, senza che le forze dell’ordine riuscissero a sedare la folla giustamente indignata. Appena è giunta alle orecchie del comico la notizia della diatriba in corso, Siani ha deciso di annullare lo spettacolo ritenendo evidente la mancanza di un’adeguata gestione dell’evento e delle condizioni di sicurezza per portarlo avanti o eventualmente riproporlo il giorno successivo. L’attore si è poi mostrato molto disponibile verso il pubblico, cercando di trovare una soluzione e chiedendo agli organizzatori della serata di predisporre il rimborso di tutti i biglietti.
Ancora una volta sotto accusa la gestione affidata alla Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, che in mattinata aveva ridotto il numero dei posti disponibili, quando ormai tutti i biglietti erano già stati venduti. L’ennesima opportunità di ripresa per la cultura e l’economia locale si è trasformata in un triste fallimento.
Sarà dura stavolta anche per un oratore abile come Siani trovare le parole giuste per ironizzare su quanto accaduto poche ore fa in uno dei simboli del patrimonio culturale campano, che da domani sarà nuovamente in prima fila tra le pagine di cronaca locale. Resta solo tanta amarezza.
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