Questa edizione 2013 delle World Series dell’America’s Cup sembrava essere partita sotto un cattivo auspicio. Il crollo di Palazzo Guevara alla Riviera di Chiaia e le proteste contro la ZTL, avevano dato l’impressione di poter compromettere in maniera inequivocabile la partenza dell’evento velico più importante al mondo. C’era il serio timore che il dissenso avrebbe potuto interessare direttamente la manifestazione durante il suo svolgimento.
La realtà invece ha dimostrato il contrario e Napoli si è rivelata in tutto il suo splendore e soprattutto in tutta la sua civiltà. I giorni che hanno preceduto le regate, sono stati l’occasione per tastare il polso della situazione. Poi la manifestazione è entrata nel vivo con le gare vere e proprie ed il successo è stato incredibile. Oltre un milione di persone è transitato sul lungomare liberato, per assistere alle regate di flotta ed ai match race o semplicemente per trascorrere un pomeriggio diverso, per fare il pieno di sole e di mare. Riscontro positivo anche per il villaggio della vela, questa volta spostato dalla Villa Comunale alla strada, direttamente sul mare, in modo da consentire a tutti di godere dello spettacolo di queste formula uno del mare sospinte solo dal vento.
L’America’s Cup, rappresenta il non plus ultra delle competizioni veliche a squadre, equipaggi di fuori classe si danno battaglia in giro per il mondo, sfidando le forze della natura e portando all’estremo le loro capacità fisiche, spesso andando oltre il loro stesso limite. Con gli AC 45 poi, i catamarani che hanno sostituito da qualche tempo le imbarcazioni monoscafo, lo spettacolo è assicurato, perché gli scafi sono capaci di evoluzioni spettacolari in acqua, altrimenti impossibili con le imbarcazioni tradizionali. Un grande circo che tocca le città più belle del mondo non poteva non fare tappa a Napoli che, per sua stessa natura è una città votata al mare, non poteva essere esclusa dal circuito della vela mondiale. Tempo fa perdemmo la gara con Valencia per ospitare la Coppa America, tra la delusione di tanti Napoletani. L’anno scorso il sindaco De Magistris, ha avuto il coraggio di riprovarci e candidare nuovamente la città. Missione riuscita alla perfezione e dopo il successo della scorsa edizione, l’organizzazione americana è stata ben lieta di ritornare nel capoluogo campano e, dovendo eliminare una tappa italiana, non ci ha pensato due volte nel preferire Napoli a Venezia.
È bastato trascorrere una giornata nella famosa area tecnica, quella interdetta al pubblico, nella quale gli equipaggi si riuniscono, decidono le strategie ed all’occorrenza apportano modifiche e riparazioni alle imbarcazioni, per tastare con mano le sensazioni positive che gli uomini della America’s Cup hanno provato nel godere dello spettacolo offerto dal Golfo di Napoli. Dai velisti di Luna Rossa Swordfish con i quali abbiamo assistito alla preparazione della barca fuori il loro hangar, fino ai responsabili della ACTV, la televisione ufficiale della manifestazione, tutti ad esaltare Napoli, la sua bellezza, la bontà del clima e soprattutto ad evidenziare quanto sia fantastico regatare qui, perché il golfo di Napoli, rappresenta un campo di regata ideale ed in più tra Vesuvio, Castel dell’Ovo e la città che fa da quinta scenografica verso la terraferma, risulta anche un piacere per gli occhi di chi dal mare prima e dopo le gare può godere di uno spettacolo magnifico.
Boom di pubblico, oltre un milione e mezzo turisti compresi, alberghi pieni, commercianti di Chiaia e non solo, che per nove giorni hanno dimenticato la crisi, registrando quasi tutti un incremento degli incassi, con i complimenti da parte degli Americani per come ACNapoli ha gestito l’evento. A coronamento di ciò sono arrivate le parole di Iain Murray, direttore delle regate, che dal palco salutando il pubblico ha affermato “In trent’anni di Coppa America, Napoli is the best. Mai vista una cosa così” ed ha concluso dicendo “Ormai abbiamo deciso: vogliamo tornare”. Napoli promossa a pieni voti, allora forse tutto sommato questa tanto criticata America’s Cup, non è andata poi così male.