Da anni al centro delle promesse per il rilancio della città, l’area dell’ex Italsider finisce ora in un’inchiesta dei magistrati della Procura di Napoli che indagano sulla mancata bonifica di Bagnoli. Il pm Stefania Buda ha chiesto il sequestro dell’area, compresa la colmata a mare e il collegio dell’ufficio Gip presieduto da Bruno D’Urso ha firmato il provvedimento.
I reati ipotizzati dal magistrato che cura le indagini sono quelli di disastro ambientale e truffa: nel registro degli indagati sono finite 21 persone, tra le quali gli ex vertici di Bagnolifutura, funzionari dell’Arpac e del Ministero dell’Ambiente. Il sequestro è stato notificato dai carabinieri del comando provinciale e del Noe: come custode dell’area è stato designato Omero Ambrogi, ex magistrato, attualmente presidente di Bagnolifutura.
L’area sottoposta a sequestro è da tempo al centro delle polemiche: da oltre venti anni si parla della bonifica e del rilancio della zona con progetti che non sono mai stati trasformati in realtà. Bagnoli è stata anche al centro della relazione della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti di qualche mese fa: un rapporto in cui si definisce l’area della colmata “costituita da rifiuti”, soprattutto quelli derivanti dalle lavorazioni dell’Ex Ilva-Eternit, smaltiti su 170 mila metri quadrati del litorale marino e 50 mila metri quadrati della spiaggia originaria.
A poco più di un mese dall’incendio di Città della Scienza, Bagnoli si ritrova nuovamente al centro delle cronache giudiziarie e le speranze di vederla rinascere e di assistere finalmente al rilancio del quartiere e dell’intera città sembrano sempre più distanti dalla realtà.