Otto reti ed emozioni infinite, in quella che può essere senza dubbio annoverata tra le partite più belle del Napoli in questo campionato. Rabbia, determinazione ed una buona dose di fredda e spietata lucidità, hanno permesso al Napoli di non abbattersi dopo il rigore fallito da Hamsik, o dopo l’errore di Britos che ha regalato il vantaggio al Torino e di portare a casa una vittoria fondamentale e che da seguito a quella della settimana scorsa contro l’Atalanta.
Una serata speciale, preceduta da una serie infinita di parole e dai dubbi e le paure per l’eventualità che il Matador potesse partire dalla panchina. Invece insieme al superbomber in panchina si sono seduti anche Campagnaro e Inler, che hanno lasciato spazio a chi secondo il mister era più in forma. Premio “dieci decimi” dunque a Mazzarri per aver visto molto lungo ed aver mandato in campo dal primo minuto Blerim Dzemaili, fortemente voluto in azzurro proprio dal mister toscano, per la sua particolare predisposizione al tiro dalla distanza, visto sempre da Mazzarri come una delle tante opzioni utili per sbloccare situazioni difficili. Merito a Mazzarri per le sue coraggiose scelte ed alla fine il campo gli ha dato ragione. Abile chimico nel dosaggio dei giocatori e delle loro energie non al top dopo gli impegni con le rispettive nazionali. Mazzarri è riuscito a trovare l’alchimia giusta vincendo una partita importante.
Una notte davvero speciale per Dzemaili che ha messo a segno la prima tripletta della sua carriera e che soprattutto si è scrollato di dosso un po’ di critiche per le non sue sempre esaltanti prestazioni. Eppure lo svizzero ha sempre lavorato sodo ed in silenzio, accettando numerose panchine senza mai battere ciglio e facendosi trovare sempre pronto quando Mazzarri lo ha chiamato a dare il suo contributo, proprio come stasera contro una sua ex squadra, facendo vedere ai tifosi ed alla società tutta, che lui può ancora essere utile, anzi utilissimo alla causa napoletana. Imprescindibili alla causa sono invece le altre due stelle partenopee, Hamsik e Cavani, entrambi determinanti come Dzemaili, nella vittoria di ieri sera. Marek come al solito ha dato il suo preziosissimo contributo in termini di assist e geometria, dettando i tempi della manovra, come in occasione del quinto gol azzurro, quando dopo aver riconquistato palla, ha atteso il posizionamento di Pandev li davanti per poi servigli la palla, che il macedone ha rigirato verso un grandissimo Armero, che a sua volta ha pennellato un pallone al contagiro per testa vincente del Matador. Ad un Hamsik così si riesce a perdonare anche un rigore sbagliato se poi dopo nella ripresa riesce a capire che deve dare qualcosa in più, avendo sulle spalle la responsabilità del penalty sbagliato.
Menzione a parte per l’alieno, il super calciatore, el Matador vero e proprio della corrida di ieri sera che in cinque minuti ha ferito ed ucciso mortalmente il toro, regalando al Napoli una vittoria fondamentale per rispondere al Milan inseguitore vittorioso sul campo del Chievo. Tutte le parole non potrebbero bastare per descrivere il momento di Cavani, che nonostante viaggi intercontinentali e fusi orari da smaltire, entra dalla panchina e mette a segno (finalmente) una punizione superlativa e concludendo la sua prestazione con un colpo di testa perfettamente imbeccato da Armero.
Bravo Mazzarri e bravo il Napoli, un po’ meno nella fase difensiva dove ha concesso troppo ad un Torino non del tutto irresistibile. Una difesa che ha ancora qualcosa da rivedere ed ancora capace di riportare al gol giocatori come Barreto, che erano a digiuno da tempo immemore. Unico neo di un Napoli che rimane ancorato ad un secondo posto in classifica che vale il futuro prossimo di questa squadra.