Aumenti record per le tasse sui rifiuti: Napoli si segnala come la città più costosa per le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti. Negli ultimi cinque anni, la Tarsu a Napoli ha subito un aumento dell’87%, primeggiando nella particolare classifica: a seguire ci sono quasi tutte città del sud come Salerno, Siracusa e Reggio Calabria, o ancora Bari, Trapani, Roma e Avellino.
Lo si evince dai dati di uno studio diffuso dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva e realizzato su tutti i capoluoghi di provincia: un rapporto secondo cui l’aumento delle tariffe è inversamente proporzionale all’efficienza del servizio di smaltimento dei rifiuti. Insomma, meno funziona la gestione del ciclo dei rifiuti, più i cittadini sono costretti a pagare.
In questo Napoli primeggia con la spesa annua più alta: nel capoluogo partenopeo si pagano 529 euro, una cifra che è quattro volte più alta rispetto ai 122 euro di Isernia, la città meno cara da questo punto di vista. Non va meglio nel resto della Regione: la Campania si conferma la più cara con una media di 389 euro, oltre il doppio rispetto al Molise (154 euro). In particolare è tutto il sud a pagare un conto salato: nella top ten dei capoluoghi con le tariffe più elevate, solo tre non sono nel meridione (Roma, Carrara e Venezia).
Nonostante una minore produzione pro-capite di rifiuti (495 Kg contro i 533kg del Nord e i 613 kg del Centro), il Sud ha una bolletta più salata: 270 euro rispetto ai 255 del centro Italia e i 234 dei capoluoghi settentrionali. Inversa invece la classifica per la raccolta differenziata: qui le regioni del Nord svettano con il 49%, cifra nettamente migliore rispetto al 27% del Centro e il 21% del Sud.
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