Stavano preparando un attentato alle stazioni dei carabinieri di Grazzanise e della compagnia di Santa Maria Capua Vetere, ma il loro piano criminale è stato bloccato da un blitz dei carabinieri: 17 persone appartenenti al clan dei Casalesi sono finite in manette questa mattina. L’accusa nei loro confronti è di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e detenzione illegale di armi ed esplosivi.
Dieci persone erano già in carcere, uno ai domiciliari, gli altri a piede libero prima dell’operazione eseguita questa mattina: secondo gli inquirenti, il gruppo camorristico estorceva denaro a diversi imprenditori locali. L’inchiesta ha portato alla luce vari episodi estorsivi: i carabinieri hanno potuto contare sulla collaborazione delle stesse vittime. Le indagini sono partite circa tre anni fa e hanno fatto chiarezza anche su un attentato dinamitardo.
Oltre agli arresti, sono state numerose le armi sequestrate dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, tra cui anche ordigni e armi da guerra. Sigilli anche a una sala scommesse di Falciano del Massico (Caserta) che gli inquirenti sono riusciti a ricondurre a uno degli arrestati: i militari ritengono l’uomo il referente dei Casalesi a Grazzanise, Santa Maria la Fossa, Sant’Andrea del Pizzone, Vitulazio e Pignataro Maggiore. Indagato il titolare della sala.
Poco prima dell’operazione dei carabinieri, a Santa Maria Capua Vetere c’è stata l’esplosione di una bomba carta, nei pressi del tribunale penale: secondo i primi accertamenti, l’ordigno era posizionato vicino al portone dell’abitazione di Marco Natale, imprenditore di 41 anni, nipote di Mario Natale, finito in manette nell’inchiesta Spartacus 3 che vedeva coinvolto il clan dei Casalesi.