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Categories: CronacaNews

Napoli, schiaffi e pugni per un telefonino: “Lasciamo Napoli”

Schiaffi e pugni perché il cellulare posseduto non era quello voluto dai rapinatori: capita anche questo a Napoli, città sempre più in preda alla violenza. La vittima è Marco, un adolescente di 15 anni, residente a Forcella: la rapina è avvenuta qualche giorno fa, intorno alle due di notte.  Il giovane sta rientrando a casa dopo una serata passata con gli amici ai Decumani: imboccata via Duomo, entra a Forcella e si dirige in via Colletta per arrivare nella propria abitazione, alle spalle di Castel Capuano.

In un attimo il 15enne viene circondato da una ventina di banditi a bordo di scooter di grossa cilindrata: gli intimano di consegnare loro il cellulare, ma quando si rendono conto che non è quello cercato lo riempiono di schiaffi e calci. Se la caveranno i rapinatori, perché i genitori decidono di non sporgere denuncia: “Abbiamo paura delle ritorsioni”, le parole riportate dal ‘Mattino’.

Ora la famiglia è pronta a lasciare Napoli, riferisce il padre, un professionista da anni residente in zona, per mettere al riparo il figlio dalla violenza della città: la stessa considerazione fatta qualche giorno fa da un’altra vittima delle bande di criminali che imperversano per le strade di Napoli. Fabio, un 17enne rapinato vicino casa che in una lettera al ‘Mattino’ sfoga tutta la propria rabbia: “È schifoso che un genitore non può dormire tranquillo perché il proprio figlio deve essere attento a non prendere una coltellata. È schifoso che un ragazzo non può passare una serata con i propri amici senza fottersi dalla paura”.

Una situazione per la quale Fabio individua solo due soluzioni (“o sei uno di loro o fuggi!”) e lui la sua decisione l’ha già presa: “Io scelgo la via che può sembrare la più facile quella del fuggire, perché questa città non mi ha dato nulla!“. Lui come Marco, facce pulite di Napoli che abbandonano una città poco accogliente con i figli migliori.

Bruno De Santis

Giornalista professionista napoletano. “Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste”.

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