Corruzione e finanziamento illecito: questa le ipotesi di reato per le quali Silvio Berlusconi è indagato dalla Procura di Napoli. La vicenda risale al 2006, l’inizio della legislatura, e fa riferimento a una presunta compravendita di senatori: in particolare, l’inchiesta si è concentrata sull’erogazione di circa tre milioni di euro al senatore Sergio De Gregorio, per il suo passaggio dall’Idv al Pdl. Insieme a Berlusconi sono indagati anche lo stesso De Gregorio e Valter Lavitola.
Le indagini sono state condotte dai magistrati del pool della sezione reati contro la pubblica amministrazione e da quelli della Direzione distrettuale antimafia e sono partite dalle dichiarazioni rese ai pm da Andrea Ventromile, commercialista di De Gregorio. Fu il professionista, il 29 febbraio 2012 a parlare per la prima volta dell’accordo “lautamente remunerato” per il passaggio di De Gregorio dal partito di Di Pietro al Pdl, grazie all’intervento di Lavitola.
Qualche mese dopo, il 25 aprile, è lo stesso ex direttore dell’Avanti a parlare della negoziazione tra De Gregorio e Berlusconi per la presidenza della Commissione difesa del Senato. Inoltre, i magistrati hanno avuto notizie sulla trattativa tra il leader del Pdl e l’ex senatore anche da una lettera scritta da Lavitola in cui il faccendiere, sotto processo anche per finanziamenti illeciti all’editoria e tentata estorsione, rinfacciava all’ex premier una serie di favori, tra i quali anche quello di ‘aver comprato il senatore Sergio De Gregorio’.
L’iscrizione di Berlusconi nel registro degli indagati, provoca l’immediata reazione di Maurizio Lupi che parla di “uso politico della giustizia”: “La notizia di Berlusconi indagato dalla Procura di Napoli e di Reggio Emilia, a due giorni dal risultato elettorale, in un paese normale susciterebbe indignazione, in Italia rischia di diventare purtroppo un’abitudine”.