Le lacrime di Maradona: il Pibe de Oro rivive l’emozione di abbracciare il popolo napoletano. La Sala Masaniello a Corso Umberto è gremita per il Pibe de Oro, tornato in città dopo quasi otto anni di lontananza. Cori e balli ieri sul Lungomare, fuori all’Hotel che ospita l’argentino, stessa scena anche sul Rettifilo, con la circolazione bloccata dalle centinaia di tifosi che hanno atteso l’ex fuoriclasse: impossibile rimanere indifferenti davanti a tanto amore.
La folta chioma di Maradona si è palesata intorno alle ore 12, con un’ora di ritardo rispetto al previsto: l’indimenticato campione, protagonista dei trionfi del Napoli, ha parlato in conferenza stampa della sua querelle con il fisco italiano, ma non solo: “Ho nuovamente l’aria di Napoli in tutto il mio corpo. Era da tanto tempo che volevo rivedere la città e non capisco perché c’è qualcuno che non me lo lascia fare. Non lo capisco: tutti i protagonisti di questa vicenda, Ferlaino, Coppola, Gallo, coloro che hanno firmato il contratto, possono circolare in Italia tranne io. Ora sono una vittima perché sono l’unico a cui stanno dietro, però ci metto la faccia perché non ho ammazzato nessuno. Ringrazio la gente che mi ha trattato come uno che qualche volta l’ha fatta sorridere, con una giocata con un gol, come quello a Tacconi“.
È ovviamente la questione con il Fisco a tenere banco: “Spero nella giustizia: voglio tornare in Italia – ribadisce Maradona -, voglio tornare allo stadio con mio nipote e che lui possa vedere cosa ha fatto il nonno. Non sono stato mai un evasore e devono prendersela con chi stava nella stanza dove si è firmato il contratto: io non c’entro con questo. I napoletani mi hanno dimostrato che l’amore non è cambiato, che Napoli non dimentica, ha la memoria che qualcuno vuole rovinare con cose che non esistono. Non vengo a chiedere la panchina di nessuno, ma chiedo alla giustizia di lasciarmi camminare per l’Italia”.
Il Pibe de Oro continua parlando anche dei rapporti con il sindaco e De Laurentiis: “Sono venuto per risolvere il mio problema, non per mangiare a casa di de Magistris e De Laurentiis. Io non ho ricevuto nessun invito da parte del presidente per vedere una partita del Napoli, mentre il sindaco ha tanti problemi da risolvere più che parlare con Maradona”. Immancabile una domanda sulla lotta per lo scudetto: “Non credo che a 12 partite dalla fine del campionato si possa già dire che la Juventus ha vinto lo scudetto. Il Napoli deve stare lì, a caccia dei bianconeri perché non sono più forti degli azzurri. Il Napoli non deve regalare lo scudetto, non deve mollare e non deve avere paura di vincere“.
Maradona esclude un incarico da tecnico degli azzurri: “Non sono qui per la panchina, sono un uomo di calcio e mancherei di rispetto a Mazzarri che sta facendo grande lavoro. Ho saputo che Inter e Roma sono interessate a lui: magari! Dobbiamo lasciarlo lavorare, ma se andrà via, io sono disponibile per la panchina del Napoli!”.