Nessuna rapina: ad uccidere Agnese Maria Coscia non sarebbero stati dei malviventi penetrati in casa a notte fonda, ma il figlio della 62enne, Manlio Spagnuolo. Questa l’ipotesi alla quale stanno lavorando gli uomini della squadra mobile di Caserta: il giovane di 26 anni è stato indagato per l’omicidio della madre, trovata senza vita nel salone di casa con i segni di circa trenta coltellate sul corpo.
Gli inquirenti non hanno trovato riscontro alla versione del ragazzo: il giovane ha, infatti, raccontato dell’assalto di tre malviventi che si sarebbero introdotti nell’abitazione armati di coltello. Manlio Spagnuolo ha spiegato agli agenti di aver provato a resistere ai rapinatori che lo avrebbero, però, legato prima di scagliarsi contro la madre. Lo stesso 26enne ha affermato di essere riuscito a raggiungere il pianerottolo dello stabile ancora legato, per avvisare i vicini che hanno lanciato l’allarme.
La testimonianza del figlio della vittima non è stata però suffragata da nessun elemento soggettivo: le forze dell’ordine non hanno trovato nessuna traccia dei rapinatori, niente segni di effrazione su porta e finestre, nessun bottino portato via. Inoltre i vicini di casa hanno affermato di non aver udito rumori arrivare dall’appartamento dove si è consumato il delitto: ecco allora che nelle ipotesi investigative ha preso corpo la possibilità che ad uccidere fosse stato lo stesso figlio.
Per completare il quadro c’è però da individuare un movente: i parenti hanno raccontato di un legame forte, senza alcuna ombra, tra madre e figlio, anche se la donna in qualche occasione si è mostrata preoccupata perché Manlio non voleva mangiare. Qualche elemento in più potrebbe arrivare dagli esami sulle tracce biologiche raccolte sul corpo della vittima e nell’abitazione.
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