“Perplesso e nauseato”: così Luigi Cesaro commenta l’inchiesta mandata in onda ieri sera su La 7 nella trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro. Un servizio in cui si parla dei rapporti tra l’ex presidente della Provincia di Napoli, attualmente candidato nelle fila del Pdl, e la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.
Il presunto legame tra Cesaro e i vertici del clan è stato già al centro di un’inchiesta giudiziaria che nel 1984 portò all’arresto di Cesaro, poi assolto in Cassazione dal giudice Corrado Carnevale: allora, il parlamentare Pdl ammise di aver consegnato a Pasquale Scotti, a quel tempo reggente del clan, una lettera scritta da Rosetta Cutolo.
Proprio la sorella del boss è nominata nel dialogo, avvenuto nel 2011, tra Raffaele Cutolo e la nipote, un incontro registrato in un’intercettazione ambientale e riportato nell’inchiesta mandata in onda da Servizio Pubblico: nel carcere di Terni, il boss parla con la nipote e viene a conoscenza delle difficoltà di Raffaele Cutolo jr, fratello della ragazza, a trovare un lavoro. A quel punto chiede alla giovane di parlare con ‘Zia Rosetta’ e di dirle di mettersi in contatto con Cesaro: “Questo ora è importantissimo – le parole di Cutolo -. Io non ci ho mai mandato nessuno, ma è stato il mio avvocato e mi deve molto. Faceva il mio autista, figurati“.
Nella stessa serata di ieri è arrivata la replica di Cesaro che attraverso un suo portavoce commenta: “Se questa intercettazione risale al 2011 perché viene fuori adesso, in campagna elettorale? Nessuna delle persone di cui si parla è venuta da me a chiedermi un posto di lavoro”. La vicenda suscita anche il commento di Ingroia: “Il Pdl ha fatto finta di pulire le liste dagli impresentabili. Hanno tolto Cosentino, ma è rimasto Cesaro. Gli altri propongono questo tipo di candidati, noi invece abbiamo le mani non solo pulite, ma anche libere”.
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