Pompei: partono gli investimenti

C’erano proprio tutti oggi in un’affollatissima conferenza stampa nella quale si è presentato il Grande Progetto Pompei, che partirà a breve mediante lo stanziamento di 105 milioni di euro erogati dalla Comunità Europea. Il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Ornaghi, il Ministro dell’Interno Cancellieri, Il Ministro per la Coesione Territoriale Barca, il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ed il Commissario Europeo per le Politiche Regionali Johannes Hahn. Tutti schierati in prima linea per dimostrare il loro impegno per Pompei. Prima un sopralluogo nella cittadina romana, poi la visita ai luoghi nei quali partiranno i primi interventi di restauro e poi la conferenza stampa nella quale, alla presenza della Soprintendente di Napoli e Pompei Elena Cinquantaquattro, si è dato ufficialmente il via ai primi cantieri che interesseranno la Casa dei Dioscuri ed il Criptoportico per un primo appalto da 6 milioni di euro, nel quale sono previsti altre interventi in altre domus oltre che la mitigazione del rischio idrogeologico.

Dentro la firma, fuori la protesta. Mentre all’interno del parco archeologico si siglava l’accordo e si dava il via ai lavori, fuori all’ingresso di porta esedra, è andata in scena una protesta totalmente pacifica degli operatori e dei professionisti dei beni culturali. I restauratori di Fillea CGIL e gli archeologi dell’Associazione Nazionale Archeologi, insieme ad altri operatori delle librerie e dei servizi aggiuntivi, hanno dato vita ad un picchetto di protesta, il tutto senza arrecare il ben che minimo intoppo allo svolgimento della conferenza.

In particolare Restauratori ed Archeologi sono riusciti ad incontrare sia il Ministro Barca, che volontariamente si è soffermato a parlare con loro, sia il Presidente Caldoro, anch’esso attirato dalla protesta e per questo curioso di conoscerne i motivi. Ad entrambi è stato consegnato un documento nel quale Fillea CGIL ed ANA (Associazione Nazionale Archeologi), chiedono che vengano applicati criteri di trasparenza che privilegino la qualità, l’affidabilità delle imprese e soprattutto il rispetto dei diritti dei lavoratori. Inoltre molto criticata la scelta iniziale di adottare il criterio del “massimo ribasso” nell’affidamento dei primi lavori, nota dolente e molto criticata che mette in moto un meccanismo vizioso di riduzione dei costi a discapito della qualità del lavoro e soprattutto a discapito delle retribuzioni dei professionisti (archeologi e restauratori su tutti), sempre più precari e sempre meno inquadrati con contratti che ne garantiscano tutele in termini assicurativi e previdenziali. Su questo punto il Ministro Barca ci ha tenuto ha rassicurare tutti affermando che tale procedura, della quale si è fin troppo abusato, non verrà assolutamente presa in considerazione. Al Presidente Caldoro invece è stato chiesto che nel caso di assunzioni, i professionisti campani abbiano la priorità perché da troppo tempo ormai vittime di una precarietà figlia di un sistema clientelare che negli ultimi anni ha prodotto assunzioni quasi mai meritocratiche.

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