Anche i casalesi avevano la loro Guantanamo. A scoprirla la D.I.A. di Napoli che ha confiscato, per conto della Seconda Sezione Penale del Tribunale di S. Maria Capua Vetere un terreno situato nel giuglianese.
Sul terreno era stato realizzato un fabbricato abusivo composto di sei appartamenti, dal valore stimato di 1 milione e mezzo di euro. Il terreno confiscato apparteneva a un affiliato del clan dei casalesi, fazione Bidognetti, che faceva capo a Setola e che si era trasferito a Giugliano, periferia nord di Napoli, per fare da punto di raccordo con il clan Mallardo.
Secondo gli inquirenti all’interno dell’abitazione abusiva si svolgevano alcune riunioni operative del clan, mentre alcuni locali dello stabile erano adibiti a celle. Lì venivano condotte le vittime di estorsione, che secondo gli inquirenti venivano bendate e sottoposte a minacce e violenze.
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