Napoli ancora una volta protagonista dell’agenda politica dei partiti di spicco del panorama politico italiano. Dopo la presentazione del Popolo delle Libertà ieri mattina all’Hotel Ramada, nel pomeriggio è stata la volta dell’UDC di Pier Ferdinando Casini, che ha inaugurato la campagna elettorale alla Stazione Marittima di Napoli. Il leader dei centristi, primo sostenitore del Presidente del Consiglio uscente Mario Monti ha iniziato il suo tour in vista delle elezioni politiche previste per il 24 e 25 Febbraio prossimi proprio dal capoluogo partenopeo, ricevendo un vero e proprio bagno di folla. La sala congressi gremita in ogni ordine di posto, ha accolto tra gli applausi l’ingresso del leader politico piacevolmente colpito per l’accoglienza ricevuta.
Sul palco Casini ha illustrato per grandi linee quali sono i punti fondamentali del programma politico del suo partito tra i quali spicca come priorità l’alleggerimento della pressione fiscale ed una proposta seria di riduzione del cuneo fiscale soprattutto per i giovani lavoratori sotto i trent’anni. Un lungo ed accorato discorso nel quale Casini ha ribadito con fierezza la necessità di sostenere Monti, senza il quale si ritornerebbe a quel vecchio modo di fare politica, lo stesso che ha portato l’Italia sull’orlo del baratro ad un passo dal fallimento. Casini ha spronato il pubblico a reagire alle bugie di chi diceva che in Italia andava tutto bene, perché il degrado politico, economico e morale nel nostro paese vanno avanti da anni e soltanto una politica del rigore può portare ad un cambio radicale. Un rigore -ci ha tenuto a specificare- che non può essere disumano, ma che deve fondare le sue ragioni sulle riforme intelligenti, sulla responsabilità, sulla solidarietà e sull’attenzione alle fasce più deboli della popolazione. Nel suo discorso non è mancata qualche critica ai suoi avversari politici. Prima frecciate al veleno verso Berlusconi ed il PDL colpevoli di essersi alleati con la Lega “c’è chi vuole dividere l’Italia e si allea con la Lega dei furbetti”, poi l’affondo anche verso l’ala estremista del PD di Bersani colpevole di essersi alleato con Vendola, l’uomo dei no. Un passaggio è stato riservato indirettamente anche al Movimento 5 Stelle quando ha toccato il tema dell’antipolitica che, a detta sua, è figlia della cattiva politica e che quindi non c’è nulla di cui stupirsi se c’è chi sceglie di votare il movimento civico capitanato da Grillo.
Non un monologo il suo, ma un discorso fatto a più riprese, alternandosi al microfono con i personaggi di spicco candidati in Campania sia alla Camera che al Senato. Tutti con lo stesso spirito, ognuno con la sua idea. Cobellis (Capogruppo alla Regione Campania) candidato alla Camera nella lista Campania 2, ha evidenziato il merito di Monti nell’aver salvato l’Italia; Iacolare (Vice Presidente del Consiglio Regionale), anch’egli in corsa per la Camera nella lista Campania 1, ha sottolineato l’importanza e la doverosa necessita di costruire un futuro diverso per i propri figli, un futuro che egli vede in questo momento essere a rischio. Un susseguirsi di interventi gestiti con scioltezza ed in un clima di totale serenità da Casini, che ha poi invitato sul palco una selezione dei candidati al Senato per la Campania, tra i quali spiccano i nomi di Mario Giro, Giuseppe Consolo e Ciro Alfano, capitanati proprio da Pier Ferdinando Casini.
Il leader dell‘Unione di Centro infatti ha scelto di essere capolista al Senato in Campania, oltre che in Calabria, Basilicata, Sicilia e Lazio, per sottolineare l’importanza del Meridione a livello nazionale. Casini si è soffermato su questo aspetto motivando la sua scelta come una scelta di cuore, perché l’Italia senza il sud sarebbe fuori dall’Europa: “vogliamo che i migliori ragazzi restino qui e leghino il loro nome al Mezzogiorno”, perché proprio il sud secondo lui ha margini di sviluppo molto più alti del nord. Sul finale, prima dei saluti una frecciatina anche al sindaco di Napoli Luigi De Magistris che secondo Casini, fino ad ora non ha portato nessun miglioramento alla città, chiaro e nemmeno tanto indiretto riferimento anche ad Ingroia colpevole, come il sindaco di Napoli, di aver sfruttato la notorietà delle proprie indagini sui territori per arrivare a fare politica negli stessi luoghi. Casini è sceso in campo e lo ha fatto alla sua maniera, senza risparmiare nessuno e difendendo con fermezza la sua scelta di schierarsi con Monti, decisione figlia non di un espediente politico, ma dettata da una strategia ben precisa che vuole puntare ad una continuità con il passato per evitare un azzeramento ed una nuova e deleteria ripartenza da zero.
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