Eavbus, c’è il sì dei lavoratori: tagli agli stipendi e stop agli esuberi

Salvi i posti di lavoro: si vede la luce per la crisi dell’Eavbus dopo che i lavoratori hanno dato parere favorevole al pre-accordo siglato in settimana a Roma per il salvataggio dell’azienda, fallita lo scorso novembre. Il referendum sull’accordo ha visto il voto favorevole di 419 dipendenti su 635 votanti (su 1.257 lavoratori) con una percentuale che ha sfiorato il 70% (68,86%).

Con tale voto, l’intesa riceve il via libera definitivo: l’accordo è stato siglato giovedì da sindacati (esclusa al Cgil), la Regione e il gruppo Eav. Lunedì si procederà quindi con la firma del fitto del ramo d’azienda, accettato dalla curatela fallimentare: “In un momento di difficoltà – il commento soddisfatto del governato Stefano Caldoro – vince il senso di responsabilità di lavoratori e sindacati. Siamo sulla strada giusta”.

Con l’accordo siglato, si evitano i 300 esuberi grazie all’introduzione dei contratti di solidarietà che prevedono la riduzione del 10% degli stipendi: un misura pesante, ma inevitabile per permettere a tutti di conservare il posto di lavoro. La pensa così la Uil che parla di “grande prova di democrazia e di responsabilità” e afferma che con l’accordo si è riusciti ad evitare “il fallimento, i licenziamenti e la privatizzazione della società”. Il sì dei lavoratori attira l’ammirazione dell’assessore regionale al Lavoro, Severino Nappi: “Il senso di responsabilità dei lavoratori dell’Eavbus è ammirevole. Il loro sì non è fatto di parole, ma di un doloroso sacrificio economico. Questo è un giorno importante e dai lavoratori dell’Evabus arriva un segnale importante, un gesto da cui possiamo soltanto imparare”.

Critiche invece arrivano da Sinistra e Libertà con il coordinatore regionale Arturo Scotto che rimarca come “la vicenda Eav dimostra che a pagare sono sempre e solo i lavoratori. La mala gestione della Regione nel settore trasporti viene risolta solo con la decurtazione delle buste paga”.

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