Giornata di protesta per i dipendenti del Comune di Napoli: un migliaio i partecipanti alla manifestazione andata in scena davanti Palazzo San Giacomo contro i tagli allo stipendio. Sotto la sede del comune partenopeo Cisl, Uil, Csa, Lipo e Snavu hanno dato appuntamento per gridare il loro no alla riduzione, tra i 100 e i 300 euro, delle buste paghe: i sindacati affermano che tale taglio avrebbe delle ripercussioni negative sui servizi.
Alla protesta hanno partecipato anche i vigili urbani: le manifestazioni di dissenso andranno avanti ancora domani e dopo domani. L’indice è puntato sul sindaco de Magistris: “Che bravo sindaco – recita uno dei cartelli esposti dai manifestanti – con il decreto salvacomuni stai affamando i lavoratori e distruggendo la città”.
Dal canto suo il primo cittadino prova a tranquillizzare le acque attraverso una nota pubblicata su Facebook in cui si legge: “Questa amministrazione, fin dal suo insediamento, non ha tagliato un posto di lavoro e non ha prodotto il fallimento di nessuna società partecipata. Si tratta di un dato quasi miracoloso visto stiamo governando la terza città d’Italia, da un anno e mezzo, in una condizione di fatto di dissesto finanziario ereditato”.
Insomma il refrain è quello solito, con de Magistris che tira in ballo le precedenti amministrazioni e le politiche nazionale attuate dai governi Berlusconi e Monti per spiegare i problemi non risolti dalla sua Giunta: “Stiamo lavorando per ridurre gli sprechi ed efficientare i servizi offerti, evitando però ricadute sul personale del Comune e riducendo al minimo i sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori”. Il sindaco afferma di non voler “nascondere la gravità della situazione” e non voler far pagare a chi ha un salario modesto “la malagestione passata” e la “miopia attuale del governo”. Insieme, afferma de Magistris, si discuteranno le proposte per evitare il dissesto, ma ad oggi “non è stata presa alcuna decisione”.
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