Sarà annunciato oggi da Franco Gabrielli, capo dipartimento della Protezione Civile, l’allargamento della zona rossa del Vesuvio. Da diciotto arrivano a venticinque i comuni che avrebbero gravi danni ad abitazioni e rischi per la popolazione in caso di eruzione: nessun allarme, ma soltanto la necessità di rivedere il perimetro della zona più a rischio rispetto ai nuovi scenari eruttivi.
Il comitato operativo in cui sarà ufficializzato l’allargamento vedrà la presenza dell’assessore regionale Edoardo Cosenza e del direttore dell’Osservatorio vesuviano Marcello Martini: ai 18 comuni attualmente compresi nella zona rossa (Somma Vesuviana, Terzigno, Ottaviano, Ercolano, Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, Pompei, Boscoreale, Pollena Trocchia, Torre Annunziata, Boscotrecase, Trecase, Portici, San Giorgio a Cremano, Cercola, Massa di Somma e San Sebastiano al Vesuvio), se ne aggiungono altri sette (Nola, Palma Campania, Poggiomarino, Pomigliano d’Arco, San Gennaro Vesuviano, Scafati e Napoli).
Proprio l’inclusione del capoluogo attira il maggior interesse: nella zona rossa non sarà inclusa tutta la città, ma soltanto i quartieri della zona orientale Barra, San Giovanni e Ponticelli. Si tratta di tre aree giàcomprese nella zona gialla e confinanti con la precedente zona rossa. Così come per Napoli, anche per gli altri comuni vale il principio che non tutto il territorio è compreso nel perimetro dell’area a maggior rischio: l’allargamento porterà a toccare con la zona rossa circa un milione di persone, dalle seicentomila precedenti.
La nuova zona rossa deriva dalla convinzione di molti scienziati che non può essere escluso un evento distruttivo come quello del 79 d.c. e dalla scoperta di una nuova camera magmatica, situata a 5 Km di profondità sotto il cratere. Con il nuovo piano si allarga l’area da evacuare in presenza di un eruzione e si permettono interventi per rinforzare tetti e abbaini delle strutture edilizie.