Niente più Romeo: toccherà alla Napoli Servizi il compito di gestire il patrimonio immobiliare del Comune di Napoli, grazie alle delibere firmate nell’ultimo giorno del 2012 da Luigi de Magistris. Il sindaco ha definito rivoluzionario il piano che affida alla società in house il compito di mettere a reddito il patrimonio immobiliare del Comune di Napoli con un’operazione che dovrebbe portare nelle casse di Palazzo San Giacomo seicento milioni di euro in poco più di tre anni.
Parte così la gestione pubblica del patrimonio immobiliare con la Napoli Servizi attesa da un compito molto complicato: alloggi popolari, palazzi, ville, caserme, perfino chiese da far fruttare. Dall’edificio di via Verdi che ospita il consiglio comunale al fabbricato dell’ex Anagrafe di piazza Dante e ancora l’ex convitto San Paolo a Pozzuoli e villa Cava a Marechiaro, assegnata ad un’associazione che non ha eseguito gli interventi di restauro.
In vendita anche sei appartamenti a palazzo Cavalcanti in via Toledo, l’ex scuola d’Annunzio e un edificio a Materdei: l’attività della Napoli Servizi inizierà ad aprile quando ci sarà il passaggio di consegne con la Romeo, che fino a primavera completerà le procedure già avviate. La stessa società di proprietà del Comune di Napoli avrà anche il compito di garantire la manutenzione degli alloggi di edilizia popolare. In questo modo la Giunta spera di ridurre fino all’80% i costi attuali e inoltre potrà evitare la chiusura della Napoli Servizi.
“Dopo 22 anni di gestione privata, il patrimonio immobiliare del Comune ritorna ad essere governato direttamente dal pubblico – afferma de Magistris -. Si tratta di una scelta rivoluzionaria, in linea con la promozione dei beni comuni e contro la tendenza alla privatizzazione che si sta realizzando al livello politico nazionale. A Napoli infatti vogliamo dimostrare che il pubblico può essere efficiente soprattutto gestendo le sfere più delicate dell’amministrazione che interessano i beni comuni e i diritti dei cittadini: dall’acqua ai rifiuti passando appunto per la casa che, va ribadito, è un diritto insopprimibile”.