Continua il duello a distanza tra il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e Roberto Saviano: il botta e risposta tra il primo cittadino e lo scrittore che ha caratterizzato gli ultimi giorni si arricchisce di un nuovo capitolo. È l’autore di Gomorra a lanciare nuove accuse nei confronti di de Magistris: “Mi sembra distratto, in questa fase – le sue parole a margine dell’udienza del processo contro i boss del clan dei Casalesi -. Non vorrei usasse Napoli per una ribalta personale. Non si può andare in televisione, il giorno dopo la sparatoria davanti a un asilo, e non dire una parola su Scampia”.
È utile fare un passo indietro per ricordare dove nasce la polemica degli ultimi giorni: Saviano aveva già criticato il sindaco dopo l’allontanamento di Raphael Rossi e ultimamente aveva scritto dell’impossibilità di rinnovare Napoli pensando soltanto al ‘Lungomare liberato.
Una frase che non era andata giù al sindaco che aveva risposto duramente affermando: “Mi sono simpatici gli intellettuali che sono andati a vivere fuori, ma mi sono più simpatici quelli che rimangono. Quindi l’interlocuzione con Saviano non mi appassiona. Gli dico solo: perché non vieni a Napoli a lavorare, a metterti a disposizione?“. Una domanda alla quale lo scrittore risponde anche attraverso alcune dichiarazioni rilasciate a ‘Repubblica in cui ricorda a de Magistris che l’allontanamento da Napoli non è dovuto ad una sua volontà: “Mi spiace che il sindaco risponda ad un’osservazione sul governo cittadino non spiegando cosa ha fatto o intende fare, ma attaccando me o genericamente quelli che “se ne vanno via da Napoli”.
Ma Saviano critica de Magistris soprattutto per il suo impegno per la ‘lista arancione’ e teme che “Napoli diventi la vetrina per lanciarsi in una dimensione nazionale. Il meccanismo non è quello di trasformare Napoli e portare questo risultato come contributo alla città e al Paese. Ma usare Napoli per una grande ribalta. Se fosse così sarebbe davvero doloroso”.
AGGIORNAMENTO – In mattinata è arrivata una nuova replica di de Magistris che pur non facendo mai il nome di Saviano risponde così a chi gli chiede un commento alle polemiche dopo gli omicidi di Scampia: “Bisogna essere vicini a Scampia simbolicamente e concretamente. Non bisogna raccontare solo le cose brutte perchè ci sono gli avvoltoi che pontificano e ci fanno lezioni su come amministrare. Venissero qui a lavorare venti ore al giorno contro la camorra, a toglierle i subbapalti sui rifiuti. Tutti sono bravi a scrivere un pezzo – l’accusa di de Magistris – e poi non pensare a Napoli per il resto dell’anno. La città deve essere amata con i fatti, non sputandogli addosso ogni volta che c’è un omicidio”.