I finanzieri del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) hanno arrestato questa mattina quattro militari della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Napoli: l’operazione è avvenuta in seguito ad un’inchiesta portata avanti dalla Procura di Napoli con i pubblici ministeri Filippelli, Sincero e Giordano. L’accusa nei confronti delle quattro fiamme gialle, ora agli arresti domiciliari, è corruzione: le indagini sono partite casualmente nel corso di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Secondo i pubblici ministeri napoletani, i quattro finanzieri destinatari delle ordinanze di custodia cautelare avrebbero evitato di denunciare reati fiscali venuti alla luce durante i controlli in cambio di mazzette (soldi e regali).
In particolare, secondo quanto hanno accertato le indagini, i quattro sotto-ufficiali avrebbero consentito al proprietario di un impianto di distribuzione di carburanti di via Cilea di continuare la propria attività, con un sequestro solo parziale dell’impianto risultato non idoneo alla normativa atta a garantire la corretta erogazione degli oli minerali: in cambio i militari avrebbero ricevuto dall’uomo ottomila euro in contanti e la promessa di tre televisori.
Le quattro fiamme gialle arrestate questa mattina sono indiziate anche del delitto di falsità ideologica in atto pubblico: le indagini hanno, infatti, evidenziato come avessero attestato la loro presenza in servizio mentre erano in realtà impegnate in attività strettamente personali. Inoltre nei loro confronti pende anche l’accusa di truffa ai danni dello Stato: secondo quanto sostiene il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli Fausto Zuccarelli, i militari coinvolti hanno anche indotto in errore la Pubblica Amministrazione sulla loro presenza in ufficio, continuando in questo modo a percepire la retribuzione loro spettante.