È di Mirko Romano il corpo ritrovato lunedì sulla superstrada di Milito: 27 anni, è considerato dalle forze dell’ordine il braccio destro di Mariano Riccio, plenipotenziario del clan Amato-Pagano, uno dei gruppi criminali protagonista della nuova faida di Scampia.
All’identità della vittima i carabinieri sono risaliti dopo un’intera giornata in cui il ritrovamento del cadavere sulla superstrada perimetrale di Melito, sulla rampa di immissione in direzione di Giugliano, aveva assunto i contorni del mistero: in un primo momento si era pensato a un incidente stradale, tesi subito smentita dal medico legale che ha individuato in un colpo di arma da fuoco la causa del decesso. Nelle tasche dell’uomo, i militari hanno rivenuto 3600 euro e un documento di identità falso intestato a un 23enne. La sorpresa i carabinieri l’hanno avuta quando si sono recati all’indirizzo presente sul documento e hanno trovato il giovane vivo e vegeto: da qui sono partite le indagini per risalire alla vera identità della vittima, individuata poi grazie alle impronte digitali.
Secondo la ricostruzione dei militari, il giovane potrebbe essere stato ucciso in un altro luogo e poi scaricato lì dove è stato abbandonato il cadavere. L’omicidio di uno degli uomini più vicini a Riccio, uno dei quattro superlatitanti ricercati dalla polizia, sarebbe quindi da collegare alla nuova faida di Scampia: la morte di Mirko Romano potrebbe aprire un nuovo capitolo nella guerra per il controllo delle piazze di spaccio in corso nella periferia nord di Napoli.
Un capitolo ancora più cruento con le strade dei territori controllati dai clan che potrebbero essere nuovamente teatro di agguati e nuovi spargimenti di sangue.