Seduta importante quella del Consiglio comunale che si è svolta ieri a Palazzo San Giacomo. In una sola serata è passato il sì per il decreto salva-Comuni, l’assestamento di bilancio e il rendiconto di bilancio 2011.
“Napoli inizia un vero e storico piano di ripresa dopo 20 anni di errori – ha sottolineato De Magistris – e i prossimi 60 giorni saranno quelli di lavoro più duro”. Il cammino verso la ripresa è lungo e non sarà indolore per i napoletani. Se non ci saranno chiarimenti sull’Imu, ogni famiglia napoletana rischia di pagare 50 euro in più sulla propria casa.
Sono previsti aumenti anche sulle tariffe tutti a due cifre: asili nido, cimitero, servizi per gli alberghi, servizi funebri. Per avere il quadro più chiaro si dovrà attendere il varo del decreto in Senato, previsto per martedì prossimo.
La manovra salva-Comuni porterà un po’ di respiro nelle casse del Comune, circa 300 milioni di euro, ma dovrà far stringere la cinghia su molte cose. In primis le società controllate del Comune. Un taglio di cento milioni di euro dovrà essere preventivato già dal prossimo bilancio.
La cura dimagrante porterà all’accorpamento di quasi tutte le società sotto la Napoli Holding, per integrare i servizi e ottimizzare le risorse in un’ottica di risparmio. Mancheranno all’accorpamento l’ex Arin, l’Asìa e l’Abc.
Già per Natale dovrebbe arrivare il primo anticipo dal Governo centrale, permettendo di saldare alcuni debiti con i creditori e far ripartire alcuni lavori. Si è fatta sentire l’assenza degli schieramenti di opposizione del centro destra. Non hanno partecipato ai lavori dell’Assise i gruppi di Pdl, Pdl Napoli e Liberi per il Sud.