Continuano a emergere i particolari relativi all’Operazione Biancaneve, che ha portato all’arresto di 27 persone affiliate al clan Gionta di Torre Annunziata. Una storia fatta di spaccio, cocaina e disagio sociale.
Tra le 800 pagine di ordinanza che racchiudono un anno di indagini della Finanza emerge il perché del nome Biancaneve dato all’operazione della Procura, come riportato dal quotidiano Metropolis.
Tra i pusher affiliati al clan c’era lei, Angela (puro nome di fantasia) di appena 14 anni che veniva pagata dall clan e spacciava droga nelle palazzine di Parco Apega a Torre Annunziata. La ragazzina aveva ereditato il lavoro dal padre, momentaneamente in galere. Con una famiglia da mantenere, appena adolescente aveva iniziato come vedetta. Infatti, era nel giro da almeno due anni.
Nel giro di poco aveva appreso i trucchi del mestiere, imparando a eludere i controlli della polizia, ed era diventata pusher arrivando a guadagnare anche bene. Nell’incartamento si legge che era anche tra i membri più attivi della banda.
Da ieri Angela è stata rinchiusa in un carcere minorile. Oltre al suo, tra le carte della Procura compaiono altri 5 nomi di minori, una ragazza e quattro ragazzi.
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