“Non li perdonerò mai”: Giuseppe Romano, padre di Pasquale, il trentenne ucciso per sbaglio dalla camorra a Marianella, non riesce a pensare al perdono dei killer. “Ho sempre creduto e sempre crederò nella giustizia, ma non esistono termini per definire quegli assassini: anche chiamarli belve è troppo poco”: queste le sue parole dopo il fermo di uno dei presunti killer del figlio, effettuato ieri da carabinieri e polizia a San Giovanni a Teduccio.
Si tratta di Giovanni Marino, 22 anni, probabilmente legato al clan degli Abbinante: sarebbe stato lui alla guida dell’auto dalla quale è partito l’agguato e, secondo quanto sono riusciti a ricostruire le indagini, coordinate dai pm Sergio Amato e Enrica Parascandolo, sarebbe stato proprio lui a commettere l’errore fatale a Pasquale Romano, indicandolo come l’obiettivo del commando.
I sicari erano in attesa di un sms che avrebbe dovuto inviare una donna, presente nel palazzo della fidanzata di Lino, quando il vero obiettivo stava per uscire: un messaggio che i killer non hanno atteso, uccidendo per sbaglio Pasquale Romano. Proprio la donna che avrebbe dovuto dare il segnale ha avuto un ruolo importante per risalire a uno dei criminali del commando: venerdì si è, infatti, presentata al commissariato di polizia di Scampia con l’intenzione di collaborare. La donna avrebbe spiegato che il vero obiettivo dei killer era Domenico Gargiulo: insieme a lei in commissariato si sono presentati anche i due suoi figli, coinvolti anche loro nella preparazione dell’agguato.
Il fermo di Giovanni Marino è stato commentato con soddisfazione dal governatore Caldoro che ha parlato di “notizia che dà fiducia”, mentre il sindaco de Magistris parla di “un importante atto di giustizia e un segnale di speranza per la città”.