Tra passato e futuro, ma con lo sguardo ben fisso sul presente: Edinson Cavani, per tutti il ‘Matador’, vive per il calcio con lo stesso entusiasmo dei bambini che per strada rincorrono una palla. Bambino lo è rimasto Edi, che non ha perso la voglia di correre verso la porta e segnare per godersi poi l’emozione del gol: “Da piccolo, quando giocavo in Uruguay, puntavo sempre ad andare in avanti, correvo verso la porta avversaria per cercare il gol – afferma in un’intervista al ‘Mattino’ -: segnare era il momento più bello, la gioia più grande. Sono animato ancora adesso da quello spirito e ogni gol mi dà la stessa gioia che provavo da bambino”:
Gioia da piccoli, obiettivi da grande per il ‘Matador’ che vuole finalmente portare a casa la classifica marcatori, anche se mette sempre la squadra prima di tutto: “Vincere il titolo di capocannoniere è un mio obiettivo, un attaccante deve avere voglia di vincere. prima però c’è la squadra, il Napoli: voglio vincere quante più partite possibili“.
Impresa fattibile se a guidare la formazione partenopea c’è Walter Mazzarri, tecnico a cui Cavani deve molto: con lui il Matador ha iniziato a segnare gol a raffica ed è per questo che l’uruguaiano lo ringrazia. “Devo tutto a lui, ha creduto in me e ha esaltato le mie caratteristiche. Tutto il Napoli deve tanto a Mazzarri: grazie al lavoro suo e dello staff, il Napoli è diventato una grande realtà in Italia e in Europa”.
Una realtà dalla quale Cavani non ha voglia di allontanarsi (“vivo nel presente, a Napoli sto benissimo”), o almeno non ci pensa ora, prima di aver scritto il suo nome nella storia del club: “Raggiungere Maradona? Diego ha segnato tantissimi gol, fa parte della storia azzurra: anche a me piacerebbe lasciare un segno a Napoli”. Il segno del Matador.