Tifosi del Foggia, come quelli dell’Aik Solna: questa l’ipotesi sulla quale stanno lavorando gli inquirenti dopo il raid di sabato scorso al Vomero, con il pullman dei sostenitori della squadra pugliese preso di mira da un gruppo di delinquenti. Un’indagine che è partita dalla rivalità tra napoletani e foggiani, datata 1992, ma che sta prendendo un’altra direzione che porta alla lotta di potere interna agli stessi gruppi di pseudo-tifosi.
A riferirlo è l’edizione online del ‘Mattino’ secondo cui il raid che sabato ha portato al ferimento di una persona e ad incendiare due autovetture è stato pianificato a tavolino: tutto studiato nei dettagli, dalla possibilità di approfittare del dispiegamento delle forze dell’ordine in vista di Napoli-Milan, con la partita tra Campania e Foggia passata in secondo piano, al luogo in cui colpire.
Probabile che l’arrivo del pullman dei tifosi del Foggia sia stata seguito con un sistema di vedette; l’ordine era chiaro: attaccare all’uscita della Tangenziale, così come effettivamente è avvenuto. L’autobus che rallenta la corsa poco dopo la rotonda di via Caldieri e il gruppetto di teppisti camuffati da tifosi che dà inizio alla violenza; poi l’autista che riparte e la rabbia sfogata su una vettura, incendiata. Tutto in pochi minuti, con il gruppo che ha potuto agire indisturbati, come quasi mai accade per match di maggiore rilevanza.
Un assalto lontano dallo stadio, come quello del 21 settembre corso, quando i tifosi dell’Aik Solna furono aggrediti mentre erano seduti in una pizzeria al centro di Napoli: violenza gratuita, allora come sabato, senza alcun motivo scatenante. Provano a scoprirlo gli inquirenti che in attesa degli esami sui video dell’aggressione del Vomero, ragionano su una possibile regia unica dei due episodi: due eventi diversi, accomunati oltre che dall’ottusa violenza, anche dalla motivazione. Una questione di potere e soldi tra i gruppi organizzati, uno scontro con in palio il dominio del tifo violenza e tutto ciò che questo comporta: biglietti per le trasferte europee, rappresentanza al San Paolo e anche la possibilità di esercitare potere estorsivo nei confronti del Napoli. Trofei di guerra che nulla hanno a che vedere con la vera essenza del calcio.