In fabbrica: dopo due settimane di cassa integrazione i 2146 lavoratori della Fabbrica Italia Pomigliano torneranno nello stabilimento della Fiat. Un ritorno al lavoro breve però, visto che dopo appena quindici giorni di produzione è previsto un nuovo stop: dal 26 novembre al 9 dicembre gli operai, infatti, saranno nuovamente in cassa integrazione.
Una situazione che non fa certo rendere meno incandescente il clima a Pomigliano, dove si avvicina la data (28 novembre) in cui dovranno essere assunti i 19 operai della Fiom come disposto dalla Corte d’Appello di Roma con la Fiat che ha già annunciato le procedure di mobilità per altri 19 lavoratori.
Ecco quindi alternarsi politici e sindacalisti: oggi Massimo D’Alema incontrerà gli operai, mentre il 14 novembre è prevista una manifestazione della Fiom, con la presenza del segretario nazionale, Maurizio Landini, il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e quello di Sinistra Ecologia Liberà, Nichi Vendola. Tensione ieri al corteo organizzato dalla Confederazione Cobas, segnato dal lancio di uova piene di vernice contro la sede della Uilm: un episodio che ha ricevuto la condanna di Fim, Fismic e Ugl, con Giuseppe Terracciano, segretario generale della Fim Napoli che ha parlato di un “attacco che mette a rischio la democrazia”.
Ma in piazza sono scese anche le moglie dei cassaintegrati: ieri hanno distribuito volantini e lo stesso faranno anche nei prossimi giorni. Il 24 novembre poi terranno un’assemblea pubblica a Palazzo Orologio in cui si discuterà del futuro degli oltre duemila (2431) operai in cassa integrazione che attendono ancora l’assunzione nella newco Fabbrica Italia Pomigliano, prima del 14 luglio, data in cui scadrà la cassa integrazione per cessazione attività.