Il Napoli rischia di gettare al vento una stagione: se due indizi non fanno una prova, servono almeno a certificare che l’aria che circola intorno alla zona di Castelvolturno non è certo delle più serene. Non si tratta della situazione in classifica, ancora ottima, o degli ultimi risultati della squadra, decisamente sotto le attese: a rendere il quadro complicato è l’atmosfera che si respira intorno alla formazione, quel misto tra rassegnazione e incertezza sul futuro che fa passare quasi in secondo piano il campionato.
Già perché dopo le sconfitte contro Dnipro e Atalanta non si è parlato d’altro che di mercato e Mazzarri: serve un vice Cavani, il motto più di moda nell’ultima settimana, seguito a ruota dall’ormai eterno dibattito su cosa farà il tecnico al termine della stagione. Eccoli i due indizi che non fanno presagire nulla di buono per il proseguo della stagione: quella che vede il Napoli ancora in piena corsa sia in campionato che in Europa League, quella che potrebbe regalare ai tifosi azzurri un’altra gioia dopo quella del 20 maggio 2012.
Quella che chiederebbe massima concentrazione e non di essere messa quasi in second’ordine: guardando il calendario si scopre, infatti, che siamo soltanto a inizio novembre, sono state giocate appena dieci giornate di campionato e il Napoli è terzo a due punti dal secondo posto, che significa qualificazione diretta in Champions, e a sei dal primo. Una situazione assolutamente buona, che non spiega il clima da resa dei conti che circonda la formazione azzurra: degli errori del mercato estivo, delle operazioni da fare a gennaio, del futuro di Mazzarri e del suo eventuale sostituto (di moda il nome di Allegri), ci sarà tempo e modo di parlare.
Ora è invece il momento di pensare al Torino, prossimo avversario del Napoli, e di stringersi intorno alla squadra: uniti si può andare ancora lontano ed è giusto rimandare i bilanci a fine stagione. Sperando che siano tinti di azzurro.