Se lo scopo dietro la decisione di mettere in mobilità 19 lavoratori di Pomigliano per rispettare l’ordinanza della Corte di Appello di Roma era quello di spaccare il fronte dei lavoratori, la strategia di Marchionne si è rivelata un vero e proprio boomerang: mai come ora, infatti, il fronte degli operai Fiat è più che mai unito contro i vertici del Lingotto, sostenuto anche da istituzioni politiche ed ecclesiastiche.
Già perché dopo l’altolà dei ministri Passera e Fornero, anche la Chiesa fa sentire la sua voce attraverso le parole di don Giuseppe Gambardella, parroco del centro storico di Pomigliano: come riporta l’edizione odierna di ‘Repubblica Napoli’, il prete ha parlato della situazione della Fiat nell’omelia di ieri chiedendo ai presenti di ‘pregare per gli operai di Pomigliano’.
Don Giuseppe ha fatto riferimento al “dolore e la rabbia” presente nella sua comunità dove risiedono molti operai della Fiat: “C’è dolore e disappunto – afferma don Gambardella – per l’atteggiamento di un’azienda che dovrebbe essere l’orgoglio dell’Italia e invece disprezza i nostri lavoratori. Per il territorio questa situazione è traumatica e nei prossimi giorni ci sarà una forte mobilitazione”.
La protesta vedrà uniti tutti gli operai perché, come afferma lo stesso parroco, “c’è un sentimento comune contro questa scelta di Marchionne, nella base c’è una forte solidarietà operaia. Questa vicenda ha risvegliato Pomigliano da un lungo torpore”. Un’unità di intenti ritrovata e una domanda a cui don Giuseppe Gambardella non riesce a trovare risposta: “È mai possibile che un colosso industriale, che ha investito negli Stati Uniti, non sia in grado di assumere 19 persone? Non è possibile, non è accettabile“.
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