Rifiuti tossici fatti passare per fertilizzanti e concimi per i terreni agricoli del Casertano: è quanto scoperto dalla Procura Antimafia di Napoli che ha disposto il sequestro di una appezzamento di terreno a Trentola Ducenta, in provincia di Caserta, che era nelle disponibilità di Elio Roma, imprenditore che secondo alcuni collaboratori di giustizia è vicino al clan del Casalesi.
L’imprenditore è ora indagato insieme a Nicola Mariniello, 61enne a cui lo scorso 19 maggio furono sequestrati 20mila metri quadrati di terreno: in entrambi i casi il sospetto è che gli appezzamenti fossero utilizzati come discarica di rifiuti industriali altamente tossici.
A compiere il sequestro questa mattina sono stati gli agenti della squadra mobile di Caserta: i due indagati sono accusati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, attività organizzata per traffico illecito e disastro ambientale, aggravati dal fine di agevolare il gruppo Bidognetti del clan del Casalesi. Le indagini hanno evidenziato come i rifiuti tossici, che avrebbero dovuto essere trattati nell’impianto di compostaggio gestito dalla società RFG, intestata al figlio di Elio Roma, era invece depositati nei terreni agricoli della Provincia di Caserta, alcuni dei quali individuati grazie alla collaborazione dei Casalesi.
In qualche caso i contadini erano consapevoli di ciò che accadeva e ricevevano del denaro in cambio, in altre situazioni invece i proprietari dei terreni erano ignari di ciò che veniva versato sui propri campi: a loro era, infatti, detto che si trattava di concimi e fertilizzanti. Nei terreni sequestrati così come in quelli circostanti le rivelazioni ordinate dalla Procura Antimafia di Napoli hanno evidenziato la presenza di un’elevata contaminazione da arsenico, cadmio, idrocarburi pesanti, stagno ed altre sostanze nocive.