Gira e rigira e siamo sempre li. Vent’anni non sono bastati per mettere in piedi il sistema virtuoso dei rifiuti. Vent’anni in cui milioni di euro sono passati di qui per trasformarsi in montagne di spazzatura, buchi puzzolenti e per realizzare l’ecomostro di Acerra, comunemente chiamato termovalorizzatore. Anni di sprechi, di avvelenamenti di terre e persone. Vent’anni di morti per tumore che “inspiegabilmente” aumentano proprio in prossimità delle discariche.
Nulla è cambiato, tranne i commissari strapagati che a turno si sono succeduti e che hanno tentato inutilmente di risolvere il problema, anche se in fondo non c’è mai stata la volontà di risolverlo davvero. Troppi gli affari in ballo legati al movimento della terra per la realizzazione di una discarica, per la costruzione di un inceneritore ed in generale per la gestione “dell’affare monnezza”. Mai nessuno che abbia manifestato la volontà di strappare un piano regionale di gestione dei rifiuti folle ed omicida e sostituirlo con uno che rispettasse la dignità dei cittadini e dell’ambiente circostante. Ne sanno qualcosa i cittadini di Quarto, gli ultimi in ordine cronologico, che dall’inverno scorso stanno portando avanti un lungo braccio di ferro per evitare l’apertura di una discarica sul Castagnaro, perché a quanto pare il pericolo non passa mai e l’incubo torna sempre a riproporsi in maniera quasi sistematica.
L’Europa di nuovo alla carica. Era il 2010 quando ci fu la visita ufficiale di una delegazione europea per verificare lo stato dei luoghi, dopo i numerosi appelli da parte di cittadini che hanno subito sulla propria pelle, devastazioni ambientali degne dei migliori film catastrofistici di stampo Holliwoodiano. Capo della nuova spedizione sarà Judith Merkies, olandese che già guidò la prima visita della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo nel 2010. L’eurodeputata è già sicura di non trovare nessun miglioramento ed in effetti la realtà non fa altro che confermare le sue sensazioni, visto che al momento gli organi governativi locali non riescono a far altro che proporre la discarica come unica soluzione alla loro non gestione del problema. Potenziamento della raccolta differenziata, politiche energetiche sostenibili, riciclo e riutilizzo della materia, continuano ad essere parole pronunciate da “marziani” scesi in Campania, ma che in altre regioni d’Italia e d’Europa sono state recepite da tempo.
Un problema tutto italiano. La commissione torna in Italia per verificare l’emergenza rifiuti anche nel Lazio, con due soste a Malagrotta e ai Monti dell’Ortaccio. Cambia la regione, ma non cambia il problema, perché gli affari milionari di poche persone che costruiscono inceneritori e discariche sono strettamente legati a politiche sovraregionali. Anche per questo probabilmente martedì la Merkies sarà al Ministero dell’Ambiente, che nel frattempo continua a portare avanti politiche inceneritoriste, presentate stavolta sotto una nuova veste. Il Consiglio dei Ministri del 26 Ottobre appena trascorso, ha infatti approvato anche se in via preliminare, un provvedimento (proposto dallo stesso Ministro Clini) per l’individuazione delle condizioni di utilizzo di combustibili solidi secondari all’interno dei cementifici, presentandolo come un progetto concreto per la risoluzione della gestione dei rifiuti, sottolineandone anche l’elevata sicurezza dell’approvvigionamento ed il conseguente beneficio dato da un minore ricorso alle discariche. In sostanza l’idea di Clini sarebbe quella di bruciare immondizia nei cementifici risparmiando anche sul combustibile. Il provvedimento adesso dovrà passare attraverso il Consiglio di Stato e poi alle Commissioni Parlamentari. La speranza da parte dei cittadini è che qualcuno rifletta davvero sul problema e decida, anche dopo la visita della Merkies che promette sanzioni entro il 31 Ottobre, di avviare davvero un sistema virtuoso italiano, prendendo come esempio quello che già di buono viene fatto in piccolo da sindaci coraggiosi e cittadini consapevoli di essere loro i primi difensori del futuro dei propri figli.